ACQUASANTA TERME Mimma Monti nasce l’11 giugno 1934 a Favalanciata di Acquasanta Terme, un delizioso paesino incastonato nei Monti della Laga, situato circa 500 metri più in alto rispetto alla via Salaria, e che funge da “sentinella” del territorio circostante.
Il paese conta circa 800 o 900 anime, ma la vita scorre serenamente al suo interno; ci si vuole bene e ci si aiuta nei momenti di bisogno.
Nell’Italia del dopoguerra, i tempi sono difficili. Per sostenersi, generalmente, le persone lavorano in agricoltura; si sfrutta quel che si ha: una piccola vigna, un castagneto, qualche animale intorno a casa. Si mangia ciò che si produce e l’eccedenza, quando c’è, si può vendere o barattare.
Pochi hanno la fortuna di percepire uno stipendio da un impiego statale o privato, tra questi il padre di Mimma, assunto come guardiano dell’acquedotto di Pescara. A differenza di molti, riesce a portare a casa un po’ di denaro, utile per le necessità di una famiglia con cinque figli; bisogni che non si potrebbero soddisfare senza la gestione dei terreni di proprietà.
Poi, i ragazzi e le ragazze della famiglia Monti, come gli altri coetanei, finita la scuola, devono scegliere un mestiere tra quelli proposti dallo Stato. Qualcuno inizia a imparare la meccanica, qualcun altro la sartoria o il mestiere di parrucchiera, ecc.
Mimma preferisce formarsi come parrucchiera. Il Comune organizza un corso con un’insegnante di bottega, proveniente da Acquasanta. Ogni sera, dopo cena, Mimma prende la bicicletta e va al locale comunale per imparare il mestiere.
La sua vita scorre in modo semplice, tra casa, lavoro e poco altro, senonché un giorno Amedeo, un compaesano più grande di qualche anno, inizia a corteggiarla. Amedeo è un ragazzo affascinante, ma le qualità che fanno accettare a Mimma il suo corteggiamento sono la diligenza, la serietà e l’altruismo. I due giovani iniziano così a frequentarsi e, per dimostrarle il suo amore e la sua buona fede, un giorno Amedeo regala a Mimma un importante anello di fidanzamento.
La gente della zona, per costruirsi un futuro, emigra verso le Americhe, e sulla scia del fratello maggiore anche Amedeo, pur innamorato, sceglie di partire; va in Canada, a Toronto, promettendo di richiamare Mimma non appena sistemato.
Tuttavia, in Canada si accede più facilmente tramite la pratica del ricongiungimento familiare, così i due decidono di sposarsi. Amedeo dovrebbe tornare per celebrare il matrimonio, ma risparmia faticosamente per acquistare una casa. Il viaggio comprometterebbe questo progetto. La scelta è difficile: i due vorrebbero guardarsi negli occhi nel momento del sì, ma optano razionalmente per un matrimonio per procura. Una volta ricevuto il documento di consenso all’unione da Amedeo, Mimma viene accompagnata dal futuro suocero all’altare, dove pronuncia il suo sì.
Con l’atto di matrimonio può ora chiedere al Consolato canadese il visto d’ingresso. Un’altra condizione è la buona salute: i Paesi di destinazione, per prevenire malattie, richiedono di superare una visita medica presso la sede consolare.
Espletate le formalità, e poiché il viaggio verso il Canada si fa in nave, Mimma si reca a Napoli, accompagnata dal padre, per imbarcarsi sul transatlantico Andrea Doria.
La nave, capolavoro d’ingegneria con 11 ponti, può ospitare fino a 1240 passeggeri; solitamente viaggiano emigranti italiani in cerca di futuro nelle Americhe. Sull’Andrea Doria si può viaggiare in prima, seconda o terza classe, a seconda del biglietto.
La terza classe, chiamata anche turistica, è la più affollata e scomoda, collocata in basso e senza vista. Viaggiare in quelle condizioni è faticoso, ma Amedeo, pur avendo un bisogno impellente di risparmiare, non sacrifica il benessere della sua amata, e Mimma compie la traversata in seconda classe, in modo dignitoso.
La nave attracca a Halifax, Mimma sbarca e prende il treno per Toronto. Il viaggio dura in tutto quasi undici giorni.
Tra centinaia di persone, Mimma scorge Amedeo alla stazione. Era lì, visibilmente emozionato, solo per lei.
In Canada, Mimma e Amedeo iniziano una felice convivenza, con una seconda festa di matrimonio. Entrambi si dedicano al lavoro per migliorare la condizione economica. Amedeo, dopo diversi impieghi, lavora come operaio nella prestigiosa fabbrica di automobili Ford. Mimma frequenta un corso, si qualifica come parrucchiera e si afferma nel settore. Le cose vanno bene: con i soldi guadagnati comprano prima una piccola casa, poi una più grande.
In seguito, Mimma fa venire in Canada l’intera famiglia: prima i due fratelli e la sorella maggiore, poi la madre e la sorella minore, rimaste sole dopo la morte del padre.
In Canada non mancano le opportunità di realizzarsi con il lavoro, opportunità che Mimma e Amedeo sfruttano appieno. Tuttavia, la stabilità economica non basta: sentono il bisogno di allargare la famiglia. Dopo qualche tempo, nasce Mary, la loro ragione di vita, coronamento del loro amore.
Lo stile di vita della famiglia è soddisfacente; impegni, doveri e sacrifici si alternano a realizzazioni, gioie e amore. Nel tempo libero si incontrano con altri connazionali, numerosi in Canada, ma Mimma socializza anche con donne di altre nazionalità, scegliendole per qualità e comportamento. A volte la famiglia si concede viaggi rigeneranti, nel Sud e nel Nord America.
Ma con il passare degli anni, le esigenze cambiano: Mimma e Amedeo desiderano una tranquillità che la vita canadese non offre. Va bene per i giovani in cerca di successo, ma per chi li ha già raggiunti, serve pace. Una serenità che immaginano abbondante nel loro paese d’origine: l’Italia; il paese dell’infanzia felice e dell’adolescenza innamorata, il paese di montagna, semplice e autentico, tra vigneti e castagneti.
Dalle intenzioni si passa ai fatti.
A metà degli anni Settanta, la coppia, con la piccola Mary, torna in patria, stabilendosi per un periodo a San Benedetto del Tronto, poi a Grottammare, dove tuttora risiedono.
Di ritorno in Italia, riprogettano la vita con la stessa cura con cui avevano lasciato il Paese, cercando la soluzione migliore per il loro focolare. Ripartendo da capo, si integrano nel tessuto sociale, diventando punti di riferimento per molti, e stringendo solidi legami affettivi.
Oggi Amedeo non c’è più. Vive però nel cuore di Mimma e della figlia, che ha amato, rispettato e protetto con tutto sé stesso. Mary, forte dell’amore ricevuto, è oggi una donna realizzata, felicemente sposata e madre di due figli.
Mimma, nonostante l’età avanzata, resta una persona orientata al presente, senza nostalgia per altri tempi.
La vita per lei è stata un’opportunità di progettualità e realizzazione, di amare ed essere amata, di migliorarsi. I sacrifici e i disagi vissuti in ogni fase della sua esistenza non hanno mai intaccato la sua natura positiva. Mimma si sente fortunata per l’amore totale ricevuto da Amedeo, un amore che custodisce gelosamente. E, ogni volta che desidera un contatto più tangibile con lui, riapre la scatola che contiene l’anello regalatole in segreto a quindici anni, dicendo emozionata, per non dimenticare d’essere stata scelta:
“Nessuna fidanzata ha mai ricevuto un anello come il mio, nel paese.”

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