“La dialettica non si irrigidisce in competizione fra gli opposti, si apre alla trasformazione dell’intero.”

Lo scrive Pierangelo Sequeri in un editoriale pubblicato su Avvenire, riflettendo sulla dinamica sinodale che ha portato alla richiesta di riformulazione del testo di sintesi da parte dell’Assemblea sinodale. “La dialettica fornisce materia all’ascolto reciproco: e in questo modo va vissuta, nella sua postura sinodale”, osserva l’autore, sottolineando che “la soddisfazione condivisa, alla fine, rimanda proprio all’esperienza di una dialettica che ha funzionato in modalità sinodale, creando convergenza sulla necessità di un lavoro migliore, riconosciuta da tutte le parti”. Secondo Sequeri, “lo Spirito suggerisce anche un ordine migliore degli appunti: creando convergenza intorno alle passioni liete di un’intelligenza più fedele e perciò stesso più creativa, della Parola”. “Non entreremo in confusione nei passaggi della dialettica dello Spirito, e non perderemo i doni della pace del Signore”, aggiunge. Infine ricorda che “prendersi cura, tutti insieme, della Chiesa del Signore, è dovere sacrosanto. Ma non aspetteremo di aver edificato la comunità perfetta, per trasmettere la bellezza della fede ricevuta”.

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