“Chiediamo a tutte le parti in causa di impegnarsi per una de-escalation e di mettere al primo posto il futuro dei bambini”: è l’appello di Bujar Hoxha, direttore della risposta all’emergenza in Siria di Save the Children, che è scesa in campo per fornire aiuti alle 45mila persone costrette ad abbandonare le loro case a causa dell’escalation di violenza in atto dal 7 marzo scorso. “Molti bambini in Siria hanno già vissuto una vita intera di guerra e ora, ancora una volta, sono stati spinti crudelmente nella brutalità”, dichiara Hoxha. Dopo soli tre mesi di “tregua e speranza di pace”, il paese è di nuovo precipitato nella violenza, che ha già provocato la morte di oltre mille persone, tra cui anche minori. l’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che, a causa degli attacchi iniziati il 7 marzo scorso e proseguiti per tutto il fine settimana nelle città di Latakia e Tartus, sono stati uccisi circa 745 civili, di cui almeno 13 bambini. L’Ong, che opera in Siria dal 2012, si sta preparando a rispondere immediatamente sostenendo i partner nella distribuzione di beni di prima necessità alle famiglie in fuga dagli scontri. Dopo 14 anni di guerra e crisi economica, delle 16,7 milioni di persone in Siria che necessitano di assistenza, il 45% sono bambini. Hoxha esorta la comunità internazionale “ad aumentare i finanziamenti umanitari per far fronte a bisogni critici come la malnutrizione, la salute, l’istruzione e il sostegno ai bambini, aiutando le comunità a costruire un futuro di pace nei mesi a venire”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *