COLLI DEL TRONTO – Con fede e come da tradizione, Venerdì 7 Marzo 2025, alle ore 18:00, presso la chiesa di San Felicita in Colli del Tronto, la comunità dei fedeli ha onorato la santa patrona Felicita con una solenne processione e con la santa Messa presieduta da mons. Gianpiero Palmieri, vescovo delle Diocesi del Piceno,  e concelebrata da don Mauro Servidei e don Dante Talamonti, rispettivamente parroco e parroco emerito della Chiesa locale.

Cenni storici su santa Felicita

Simmetrico all’episodio dei fratelli Maccabei dell’Antico Testamento, che vennero uccisi sotto gli occhi della madre la quale li esortava ad essere forti nella fede, è la storia dei figli di Santa Felicita. Certi sono i nomi dei suoi figli: Gennaro, Felice, Filippo, Silvano, Alessandro, Vitale e Marziale. Felicita sarebbe stata denunziata come cristiana da sacerdoti pagani al prefetto di Roma, Publio, durante la persecuzione dell’Imperatore Antonino verso il 160. Arrestata con i suoi sette figli, Felicita resistette alle seduzioni e più ancora alle minacce. Le minacce erano dirette contro i suoi sette figli che avrebbero pagato con supplizio l’ostinazione della madre. “Abbi pietà dei tuoi giovani figli” le andava dicendo il prefetto che la esortava a rinnegare la fede cristiana. Ma Felicita temendo più la morte dell’anima che non quella del corpo, rispondeva al magistrato romano: “La tua pietà è empia e la tua compassione è crudele”. Poi, rivolta ai figli, come la madre dei cosiddetti Maccabei, li rincuorò nella battaglia: “Alzate gli occhi figli miei, guardate il cielo. Lassù vi attende Gesù Cristo con i suoi Santi. Combattete virilmente per le vostre anime e mostratevi fedeli al Suo amore”. Così sette corone di martiri scesero sulle sette giovani teste, il 10 luglio. Lei subì il martirio qualche mese dopo i figli. “È più che martire” disse San Gregorio Magno, perché sette volte martirizzata nella carne dei propri figli.

Le parole del vescovo Palmieri

È con queste parole, colme di speranza, che mons. Palmieri ha iniziato la Celebrazione: “L’amore di Dio è per ciascuno di noi”.

Poi, nell’omelia il vescovo Gianpiero ha ripercorso la vicenda di santa Felicita e ne ha sottolineato la grande fede in Dio e la grande forza che le ha permesso di affrontare il martirio: “Camminare dietro a santa Felicita e ai suoi sette figli martiri, significa affidarsi alla sua intercessione e a quella di Maria. Felicita non era una consacrata, una religiosa, ma una madre e una sposa. È bene soffermarsi su questa realtà perché la comunità cristiana è chiamata a vivere una dinamica simile a quella familiare. La comunità cristiana, infatti, è una famiglia unita da un vincolo ancora più profondo di quello di sangue: siamo tutti figli dello stesso Padre, Dio, il quale è anche madre. Il nostro cammino di vita è simile a quello che abbiamo vissuto insieme poco fa, durante la processione: il Signore non ci salva da soli. Mai. La nostra vita scorre insieme al Signore e insieme agli altri: è solo questo il modo in cui recuperiamo la forza che ci aiuta ad andare avanti e la capacità di guardare lontano; è con il Signore e con gli altri che ci rendiamo conto di quanto sia prezioso il valore della nostra esistenza. Santa Felicita e i suoi figli martiri hanno vissuto in profondità il brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, dove Gesù fa un discorso ai suoi discepoli e annuncia loro le persecuzioni che saranno chiamati a vivere. Tutto quello che avviene, Dio lo conosce: anche le situazioni più faticose e dolorose possono essere utili per raggiungere la nostra salvezza, la vita nuova, la nostra maturazione e la nostra crescita. Le prove sono fondamentali, affinché possiamo arrivare a scoprire cose straordinarie. Felicita non riesce a evitare la morte, è addolorata per sé e soprattutto per i suoi figli, il dolore che ha provato è stato fortissimo, si è resa conto che non è riuscita a custodire la vita dei suoi figli. L’opposizione del potere politico romano è così forte, che non si ferma davanti a nulla. Questa situazione di dolore fa scoprire a Felicita di avere una forza da leonessa, che nemmeno lei stessa sapeva di avere e così affronta le difficoltà con una grande determinazione che nasce da una profonda fiducia in Dio. Affronta la prova credendo fermamente alle parole di Gesù senza rinnegare mai la sua fede e si ritrova insieme ai suoi figli tra le braccia del Signore. Questo insegnamento ci può sembrare troppo lontano, ma non è così: ogni giorno dobbiamo ricordarci di questo insegnamento che ci ha lasciato santa Felicita e fare in modo che nulla ci uccida dentro. Ci sono momenti in cui vogliono toglierci la Speranza, in cui vogliono infonderci tristezza, a volte perdiamo la fiducia nel prossimo e pensiamo che tutti siano cattivi e inaffidabili. Ecco: è in quei momenti che ci viene incontro la fede, la forza e la fiducia nel Signore che aveva la nostra santa. Felicita non ha permesso a niente e a nessuno di ucciderla dentro. Non aveva paura, perché sapeva che Dio era con lei. Il Signore ci fa camminare insieme per far crescere la vita dentro di noi, la speranza e la fiducia. A Lui affidiamo la nostra vita, il nostro territorio, la nostra Diocesi”.

La preghiera a Santa Felicita

Al termine della santa Messa, l’assemblea ha invocato la Santa Patrona con questa preghiera a lei dedicata:

O gloriosa santa Felicita, fiduciosi nella tua protezione, ricorriamo a te perché ci ottenga le grazie di cui abbiamo bisogno.

Tu che hai subìto le più atroci sofferenze per non tradire la fede, ottienici l’aiuto per rimanere fedeli alla nostra vocazione cristiana.

Difendici nei pericoli dell’anima e del corpo; proteggi quanti a te si affidano, rafforza la nostra fede, ravviva in noi l’amore a Dio e ai fratelli per essere degni di godere la gioia eterna del Paradiso.

Amen

Foto di Patrizia Neroni e Carletta Di Blasio 

 

 

 

 

 

 

 

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