Maddalena Maltese

Prima dell’omelia domenicale o giornaliera, con video su YouTube e Instagram, ma anche attraverso appelli sui siti delle diocesi e sulle pagine Facebook: così gli Stati Uniti partecipano alla catena di preghiera mondiale per la salute di Papa Francesco. “Seguiamo attentamente le notizie sui media”, dice Andrea, della parrocchia di Santa Maria a Miami. Un altro parrocchiano conferma di pregare per il Papa ogni giorno e aggiunge: “Sappiamo che è in condizioni critiche ma non perdiamo la speranza”. L’arcivescovo di San Diego, il card. Robert McElroy, ha fatto aprire il sito della diocesi con la preghiera che la Conferenza episcopale americana ha invitato a recitare: “O Dio, pastore e re di tutti i fedeli, guarda con favore il tuo servo Francesco, che hai posto a capo della tua Chiesa come pastore”. A conclusione della preghiera, un link porta a una pagina web con tutti gli ultimi aggiornamenti sulla salute del Papa.
Il vescovo della diocesi di Corpus Christi, in Texas, ha scelto un videomessaggio per invitare i suoi fedeli a pregare il Rosario per il Papa, mentre “il suo fisico vive un momento di debolezza”. “Vogliamo che sappia che siamo vicini a lui e preghiamo, così come lui ha fatto per tutti noi in tutti questi anni”, ha detto il vescovo Michael Mulvey in un video su YouTube. Ricordando che il Papa, alla fine di ogni incontro pubblico, chiedeva a tutti di pregare per lui, mons. Mulvey invita ora alla reciprocità, a ricordarlo “magari anche con una preghiera breve o un pensiero per lui durante il giorno, e sono sicuro che lui sente questa vicinanza”. America Magazine, pubblicazione dei gesuiti in Nord America, affida a una preghiera scritta da padre James Martin il ricordo per Papa Francesco e l’emblematicità del suo pontificato. “Poiché Francesco, il nostro amato Papa, soffre di gravi malattie, ci presentiamo davanti a te in preghiera”, esordisce padre Martin, ricordando che Bergoglio “ha mostrato a tutti coloro che ha incontrato nel suo ministero pubblico, specialmente a coloro che erano poveri o in qualsiasi modo in difficoltà, la misericordia e la compassione”. La preghiera è allargata anche ai “dottori, agli infermieri e al team medico che si prendono cura di lui” e, mentre si chiede di aiutare Francesco “a sopportare qualsiasi dolore con grazia e a guarire rapidamente”, si invoca il “respiro dello Spirito nei suoi polmoni indeboliti”.
Le navate di Saint Patrick, la cattedrale di New York, si sono riempite domenica durante la messa celebrata dal card. Timothy Dolan per la salute di Papa Francesco. Dolan, dopo aver trasmesso i bollettini del Vaticano, ha ribadito che Francesco ha già superato vari problemi di salute nel corso degli anni e ha continuato a guidare la Chiesa. “Lui conserva davvero la grinta e la determinazione, la resilienza. E ci ha davvero insegnato… il valore trasformativo e redentivo della sofferenza”, ha dichiarato il cardinale. Ad assistere alla celebrazione c’era anche Barbara, una newyorkese di 87 anni, venuta a pregare insieme al marito Donald, che è ebreo. Il prof. Daniel Rober, presidente del Dipartimento di studi cattolici presso l’Università del Sacro Cuore in Connecticut, ricorda sulle pagine di Commonweal che la salute sempre più fragile di Francesco “fa certamente presagire l’ultima fase del suo pontificato, sia che si misuri in giorni, mesi o anni” e precisa che questa crisi è avvenuta in “un momento teso per la Chiesa e il mondo”. Rober sottolinea che l’ultimo insegnamento pastorale del Papa, prima di entrare in ospedale, è stata proprio la lettera ai vescovi degli Stati Uniti, in cui ripropone la figura del buon samaritano come esempio di un “amore che costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni”, contestando quell’ordo amoris proposto dal vicepresidente J.D. Vance “per giustificare la retorica e le politiche anti-immigrazione dell’amministrazione Trump”. Francesco si è gettato nella mischia politica Usa “in maniera diretta”, forse consapevole di “non avere nulla da perdere” e che questa potrebbe essere la sua ultima battaglia.
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