SPINETOLI – In occasione dell’XI Giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro la Tratta di Persone, la comunità cristiana del Piceno, con il prezioso contributo del Programma Oblate Adriatico, riflette su un fenomeno complesso e in continua evoluzione, legato a doppio filo a guerre, conflitti e violenza.

Dinamiche e temi quantomai attuali, purtroppo non estranei al tessuto sociale del territorio piceno, da approfondire con consapevolezza per offrire un futuro migliore a donne, bambini e famiglie che stanno sperimentando sulla propria pelle il dolore della tratta di persone.

Lo dimostrano il coinvolgimento e la grandissima partecipazione con cui, giovedì 6 febbraio, tante persone, insieme al Vescovo Gianpiero Palmieri, hanno scelto di prendere parte alla serata di preghiera e riflessione contro la tratta promossa dal Programma Oblate Adriatico in collaborazione con le Diocesi di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto – Ripatransone -Montalto.

A partire dal memorabile esempio di Santa Giuseppina Bakhita, simbolo universale dell’impegno contro la tratta con una fede incessante e capace di andare oltre ogni sopraffazione, uomini e donne di ogni età si sono dati appuntamento a Spinetoli, nell’oratorio della parrocchia di San Paolo a Pagliare del Tronto, per ragionare insieme sulle condizioni disumane in cui versano milioni di persone in tutto il mondo, costrette a convivere con il dramma dello sfruttamento sessuale, lavorativo, dell’accattonaggio, della vendita di organi e della perdita di ogni diritto umano.

«Questa è una serata particolarmente significativa per noi – spiega Mario Paoletti, coordinatore del Programma Oblate Adriatico – perché insieme preghiamo e riflettiamo su un tema a noi molto vicino.

Parlando con Chiara, la nostra assistenza sociale, abbiamo riflettuto sul significato di una serata del genere. Sono emersi due aspetti in particolare: non siamo soli in questa preghiera, perché ci siete tutti voi qui insieme a noi. Inoltre, questa undicesima Giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro la Tratta di Persone ci vede in comunione con tanti centri di tutto il mondo che, idealmente, sono qui con noi. Vogliamo accendere un faro laddove è buio: la nostra voce è quella di tante donne che provano a farsi sentire, ma che il mondo non ascolta. Ringrazio il Vescovo Gianpiero, la sua vicinanza ci dà sempre grande forza».

Il Programma Oblate Adriatico è un progetto sociale delle Suore Oblate del Santissimo Redentore che opera per garantire appoggio e sostegno a donne vittime di tratta, in contesti di prostituzione o in condizioni di vulnerabilità. Le Oblate sono presenti sul territorio piceno da oltre 70 anni, portando avanti il carisma e la missione dei loro fondatori, la madre Antonia de Oviedo ed il padre José Benito Serra, che diedero inizio a questa opera nel 1864 con l’apertura della prima casa di accoglienza a Ciempozuelos, in Spagna.

«La nostra congregazione ha un’unica missione: accogliere le donne costrette a prostituirsi e cambiare insieme il loro contesto – spiega Suor Charo Bolaños – Pensavamo che la compravendita di persone fosse finita, ma la realtà è ben diversa. A pochi metri da noi troviamo donne spogliate di ogni diritto, obbligate a fare la volontà di persone che le hanno attirate con menzogne e promesse. Siamo noi, annunciatori del Vangelo, che possiamo cambiare il mondo».

Nel dire, tutti insieme, basta al traffico di vite umane, la comunità del Piceno diventa davvero ambasciatrice di speranza, fulcro dell’Anno Santo. “La speranza non delude”, oltre ad essere il titolo della bolla papale di indizione del Giubileo 2025, è l’augurio di ciascuno dei presenti all’incontro, che attraverso la preghiera, il canto accompagnato dal coro e la riflessione profonda guida i fedeli in un ideale viaggio attorno al mondo, nel segno della tratta ma soprattutto della rinascita.

Con una valigia in mano e un cammino incerto di fronte a sé, storie da ogni continente si intrecciano e si susseguono nell’oratorio di San Paolo, dove vengono lette ad alta voce le vicende, fortunatamente a lieto fine, di sei donne forti e coraggiose, capaci di sfuggire alla rete della violenza. Si parte da Rani, studentessa dell’Australia determinata a combattere contro un futuro stabilito da altri, per arrivare a Samila, giovane madre che insieme al suo neonato ha compiuto una scelta forte di libertà.

Storie solo apparentemente distanti da noi, che il Programma Oblate Adriatico ha scelto di condividere come segnale di speranza per tante donne in condizioni di vulnerabilità ed emarginazione sociale, a cui le Suore Oblate del Santissimo Redentore, attraverso l’accoglienza e l’integrazione, offrono una nuova prospettiva per tornare davvero protagoniste della propria vita.

Nel frattempo, all’oratorio di Pagliare, i presenti condividono la propria “impronta”, in un cammino di fede fatto di parole chiave che suonano come un messaggio di speranza. “Accoglienza e amore”, “Prendersi cura”, “Ascolto”, “Accettazione dell’altro”.

«In questo momento di preghiera e riflessione ci sono venuti in mente tanti ricordi – afferma il Vescovo Gianpiero al termine della serata – Abbiamo nella mente e nel cuore tante storie. Anch’io, anni fa, come tanti in questa sala, ho fatto parte di un’Unità di Strada che prestava ascolto e aiuto alle donne sulla via Salaria, a Roma.

Ricordo bene una giovane donna russa, colta e intelligente, laureata in Filologia russa. Era stata abbandonata dal marito e ingannata da un’amica. Dopo aver parlato con lei, organizzammo il suo ritorno a casa: le preparammo una valigia per far credere ai suoi figli che fosse stata in Italia per lavorare e tornare a casa con un po’ di soldi e vestiti, restituendole i soldi spesi per arrivare da noi.

Un’altra donna, sui 40 anni, aveva uno sguardo molto triste.  Ci avviciniamo e, con molto dolore e sospetto, ci chiese cosa avessimo da offrire. Siamo riusciti a trovare una casa per lei e il compagno, dandole uno stipendio per occuparsi delle pulizie in una parrocchia. Il suo vero nome era Speranza.

Abbiamo pregato chiedendo al Signore che ha squarciato il buio con la sua grazia di aiutarci ad essere segni di speranza, per aiutare persone ad affrontare nuovamente la loro esistenza con speranza. Viviamo un momento difficile. Riflettendo sulla mia impronta pensavo “gridiamo a tutto il mondo” che non si possono calpestare i diritti di uomini, donne, bambini, poveri. Questo luogo è molto bello, ma dobbiamo gridarlo al mondo, nelle strade, dove la sopraffazione e la violenza possano essere denunciate e rivelate nella loro follia.

Il Signore ha squarciato il buio con amore e grazia, e ci fa ambasciatori di speranza. Lo dobbiamo a Speranza e a tutte le ragazze che abbiamo incontrato e che hanno camminato insieme a noi».

Mario Paoletti
Suor Charo Bolanos

Il Vescovo Gianpiero Palmieri

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1 commento

  • Domenico Piccolo
    13/02/2025 alle 09:29

    A voi possa giungere un Pensiero Alato, ricco di Buone Energie Spirituali, affinché le vostre Opere sensibilizzino ogni giorno le coscienze. Ognuna e ognuno abbiamo ricevuto in Dono dei Talenti, da far Fruttificare, nella Gioiosa Condivisione del Bene Autentico. uniamo le nostre Preghiere insieme a quelle di tutte le Donne e gli Uomini di Buona Volontà, per giungere nei luoghi del Mondo lacerati dal Dolore, dove non si spenga la Fervida Speranza, per essere, in giorni non lontani, partecipi della Realizzazione dei Meravigliosi Progetti di Dio e.... vi auguro un Cammino Sereno, Luminoso e Propizio.... Domenico Piccolo Custode della Biblioteca Comunale "Ferdinando Santoro" di Viggianello, nel Cuore del Parco Nazionale del Pollino, in Basilicata o Lucania. Email: piccolo.domenico88@tiscali.it

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