DIOCESI – Cosa darà futuro alla vita della nostra Chiesa? Quale direzione ci sembra il Signore ci indichi? Quali identità e compiti dei presbiteri per la comunità cristiana nel futuro?: a queste e ad altre domande hanno cercato di rispondere i sacerdoti delle Diocesi di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto durante il ritiro spirituale che si è svolto Lunedì 27 e Martedì 28 Gennaio 2025 a Loreto.
L’incontro, che è stato guidato dal vescovo delle due Diocesi Picene, mons. Gianpiero Palmieri, ha registrato la partecipazione di don Ivan Bresciani, Vicedirettore del Centro Aletti e don Riccardo Battocchio, rettore dell’Almo Collegio Capranica in Roma e segretario speciale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che si è tenuta lo scorso Ottobre 2024.
Queste le parole che il vescovo Gianpiero Palmieri ha detto ai preti partecipanti ad inizio ritiro: «Il nostro scopo è aiutarci a vedere la mano di Dio nella storia personale di ciascuno di noi e nella comunità ecclesiale delle nostre due Diocesi. Vorremmo anche fare memoria e ringraziare il Signore per il dono di alcuni fratelli presbiteri e laici particolarmente significativi per la vita delle nostre Chiese: solo a partire dalla memoria del cammino percorso, infatti, possiamo pensare quello futuro, a quello che il Signore ci vuole far compiere».
La giornata di Lunedì 27 Gennaio, trascorsa nella frazione di Montorso, presso il Centro Giovanni Paolo II, ha registrato due momenti importanti.
La mattinata è stata dedicata alla memoria personale. Grazie alle parole di Don Ivan Bresciani, che ha commentato il celebre passo evangelico dell‘apparizione di Gesù ai discepoli sulla via di Emmaus, ciascun prete ha avuto modo e tempo per riflettere e pregare sulla propria vita di presbitero. I sacerdoti, poi, si sono divisi in piccoli gruppi, ciascuno composto da sette persone: tre preti della Diocesi di Ascoli Piceno, tre preti della Diocesi Truentina e un vicario.
Nel pomeriggio invece si è fatto un momento di memoria comunitaria. Il vescovo Palmieri, commentando il brano evangelico riguardante l’apparizione di Gesù sul lago di Tiberiade, ha sottolineato alcuni passaggi importanti: prima di tutto come la Chiesa, a cui Gesù si rivela, abbia già vissuto le apparizioni del Risorto, ma sia ugualmente stanca e sfiduciata; poi l’iniziativa di Pietro di prendere il largo e i discepoli che gli dicono “Veniamo con te“; poi l’arrivo all’alba di Gesù, che, dopo una notte di sudore e di aspettative disattese, chiede ai discepoli di gettare la rete sulla sua parola; la figura del discepolo amato, che per primo riconosce Gesù; infine l’atteggiamento di Gesù che indica agli uomini dove possano trovare i pesci da pescare, un gesto che è stato letto dai presenti quasi come un invito ad abbandonare le vecchie pratiche, a mettersi in ascolto della Parola e a rinnovare l’entusiasmo. I sacerdoti hanno nuovamente formato dei gruppi, ma questa volta divisi per Vicaria e sono stati invitati a rispondere ai seguenti tre interrogativi:
– Quali sono stati nella mia Diocesi coloro che, come il discepolo amato, hanno saputo riconoscere la presenza del Signore e la sua azione nella Chiesa e nel mondo?
– Quali sono stati i sacerdoti e i laici anticipatori, profeti, visionari, che hanno dato un contributo importante alla storia ecclesiale della mia Diocesi?
– Chi mi ha nutrito del buon pane della Parola? Chi è stato il mistagogo della Liturgia? Chi mi ha insegnato a vivere e a celebrare la Liturgia?
Durante la condivisione plenaria, è stato sorprendente constatare come i nomi dei rappresentanti del clero e dei laici che erano venuti fuori nei singoli gruppi, fossero pressoché gli stessi. Con la pace e la gioia scaturiti dallo stare insieme, i sacerdoti hanno poi celebrato la Santa Messa.
Anche la giornata di Martedì 28 Gennaio è stata ricca di momenti significativi.
Durante la mattinata, trascorsa sempre a Montorso, i sacerdoti si sono messi in ascolto delle parole di don Riccardo Battocchio, che ha approfondito il tema del sacerdote nella nuova forma sinodale di Chiesa. L’intensa mattinata, fatta di ascolto, riflessione e confronto, ha condotto i sacerdoti a tracciare un identikit del presbitero nella comunità cristiana del futuro.
Dopo pranzo i preti presenti, insieme al vescovo Palmieri, si sono recati presso la Basilica Inferiore di Loreto per un momento di riflessione sulla Lettera ai Filippesi e sulla Kènosis (n.d.r. lett. “svuotamento“, per est. “incarnazione“) di Gesù. Poi si sono avviati in processione, cantando le Litanie, verso la Santa Casa, dove hanno vissuto un momento di preghiera e di profondo raccoglimento. Un momento intenso che ha chiuso un ritiro spirituale molto coinvolgente e particolarmente apprezzato dal clero interdiocesano.
Don Francesco Fulvi, parroco della comunità di San Luca Evangelista in Villa Pigna di Folignano, dichiara: «Credo sia stata una bella occasione di conoscenza per i preti delle due Diocesi. Abbiamo trascorso due giorni intensi dove ci si è potuti conoscere un po’ meglio, nello stile della fraternità. Ovviamente saranno necessarie altre occasioni per fraternizzare. Abbiamo visto che proveniamo da Diocesi che, pur avendo storie diverse, sono accomunate dall’esempio di tanti testimoni che hanno lavorato per la crescita del Regno di Dio. Mi riferisco, oltre ovviamente ai Vescovi, ai sacerdoti e ai laici più “in vista”, a tanti testimoni silenziosi che ogni giorno si sono spesi e si spendono per il Vangelo e continuano a lasciare un esempio e un segno nelle nostre Chiese. Nella memoria di un prete, ma di ogni cristiano, c’è sempre la presenza di persone che ti hanno mostrato la bellezza dell’incontro con Cristo: sono persone che ti hanno accompagnato nel percorso e sono state per te importanti. Più volte Papa Francesco, parlando della preghiera, l’ha chiamata – coniando un neologismo – “memoriosa”: la preghiera e la vita di un credente sono sempre un fare memoria di volti, incontri, situazioni in cui il Signore ti ha mostrato la sua misericordia e la grandezza del suo amore. Direi che il primo giorno il Vescovo Gianpiero ci ha chiesto proprio di immetterci, nella preghiera, in questo esercizio di memoria personale e comunitaria. A tal proposito ho trovato molto proficua la condivisione in piccoli gruppi del primo giorno in cui, dopo la riflessione di Don Ivan, ci siamo divisi in gruppi mescolandoci tra di noi: questo ha creato una reale possibilità di conoscerci e di condividere la propria storia. Sia questo, sia i momenti che ne sono seguiti, sono stati a mio giudizio molto arricchenti».
Dello stesso avviso anche don Gian Luca Rosati, parroco della comunità di Cristo Re in Porto d’Ascoli di San Benedetto del Tronto: «Questa due giorni è stata provvidenziale per iniziare un tempo nuovo, facendo memoria grata della storia di entrambe le Diocesi e delle persone che sono state particolarmente luminose nella vita di ciascuno. È stato bello ascoltare il vissuto di tanti confratelli – molti di loro li ho conosciuti proprio grazie a questa due giorni – e riconoscere la buona Provvidenza di Dio nella storia personale e delle nostre due Diocesi. È stato bello riconoscersi chiamati alla stessa vocazione e alla stessa missione e sentire la comune passione per il Vangelo e per l’evangelizzazione.
Ringrazio in modo particolare il Vescovo che, già nel primo incontro che abbiamo avuto con lui, ci aveva proposto con gioia ed entusiasmo questi giorni che avremmo vissuto a fine Gennaio insieme ai confratelli del presbiterio della Diocesi di Ascoli. E ringrazio i miei amici preti che mi hanno incoraggiato a partecipare: è stato davvero molto significativo esserci!
Papa Giovanni nel famoso “Discorso della luna” esortava tutti: “Continuiamo, dunque, a volerci bene, a volerci bene così, a volerci bene così, guardandoci così nell’incontro, cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte quello – se c’è – qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà […]
… e poi, tutti insieme, aiutati così nella santa pace del Signore, alle opere del bene!” (11 ottobre 1962). Penso che questo volerci bene e fare le opere del bene nella santa pace del Signore sia il frutto e, allo stesso tempo, l’impegno ricevuto in questi due giorni!».
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