Nella parte finale del messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, Papa Francesco esorta noi giornalisti ad avere cura del nostro cuore, riprendendo il tema della sua ultima enciclica, “Dilexit nos”.
Ecco una sorta di decalogo per i comunicatori:
“Di fronte alle vertiginose conquiste della tecnica, vi invito ad avere cura del vostro cuore, cioè della vostra vita interiore”.
“Essere miti e non dimenticare mai il volto dell’altro”.
“Parlare al cuore delle donne e degli uomini al servizio dei quali state svolgendo il vostro lavoro”.
“Non permettere che le reazioni istintive guidino la vostra comunicazione”.
“Seminare sempre speranza, anche quando è difficile, anche quando costa, anche quando sembra non portare frutto”.
“Cercare di praticare una comunicazione che sappia risanare le ferite della nostra umanità”.
“Guarire dalle malattie del protagonismo e dell’autoreferenzialità, evitando il rischio di parlarci addosso”
“Dare spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita, ma sboccia e cresce nei luoghi più impensati: nella speranza delle madri che ogni giorno pregano per rivedere i propri figli tornare dalle trincee di un conflitto; nella speranza dei padri che migrano tra mille rischi e peripezie in cerca di un futuro migliore; nella speranza dei bambini che riescono a giocare, sorridere e credere nella vita anche fra le macerie delle guerre e nelle strade povere delle favelas”.
“Essere testimoni e promotori di una comunicazione non ostile, che diffonda una cultura della cura, costruisca ponti e penetri nei muri visibili e invisibili del nostro tempo”.
“Raccontare storie intrise di speranza, avendo a cuore il nostro comune destino e scrivendo insieme la storia del nostro futuro”.





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