“Ancora una volta Papa Francesco è riuscito mettersi in sintonia con il cuore dei giovani, con la loro vita, camminando con loro e mostrando una grande attenzione. Non fugge dalle paure che mostrano, dalle fatiche che hanno. Vede i giovani, li accoglie e li accompagna”: così don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale della Cei per la pastorale giovanile (Snpg) commenta al Sir il Messaggio, diffuso oggi, di Papa Francesco per la Giornata mondiale della Gioventù, che quest’anno si celebra a livello diocesano il prossimo 24 novembre, sul tema: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi (cfr Is 40,31)”.
Il pontefice, aggiunge don Pincerato, “incoraggia i giovani a fare dei ‘passi in più’ in quei tratti di percorso dove maggiori possono essere la fatica, l’incertezza e il disorientamento, come per esempio nel rapporto con Dio, in quello con la vita eterna. Il Papa raccoglie queste fatiche, le rilancia e gliele riconsegna rivolgendosi direttamente a loro e allo stesso tempo anche agli educatori, alle comunità cristiane, incoraggiandole a non aver paura di fronte alle sfide delle nuove generazioni”.
Per il responsabile del Snpg, è “significativo l’invito ai giovani a non guardare la vita dal balcone o seduti sul divano ma a farsi pellegrini, decidendo di rischiare e di sporcarsi le mani con i problemi, con gli altri, con la vita”. Perché solo così si “superano la stanchezza e la noia e si esce da quella ‘comfort zone’ più volte evocata in passato”. Questo del cammino, del pellegrinare, spiega don Pincerato, “si lega molto al prossimo Giubileo e al tema ‘Pellegrini di speranza’. Richiamando l’immagine del cammino, io credo che il Pontefice abbia voluto anche ricordare ai giovani l’importanza di riappropriarsi dell’essenziale che ti porta a riscoprire ciò che davvero ti serve per entrare in contatto con Dio e per capire che sei parte di un popolo che prima di te ha fatto o sta facendo questo cammino”. Ma c’è un atteggiamento particolare con cui, ricorda il responsabile del Snpg, “si può vivere il Giubileo, quello del pentimento. Il Papa richiama i giovani a guardarsi dentro, a riconoscere gli errori e le scelte sbagliate. Papa Francesco rassicura i giovani: si possono fare scelte sbagliate ma non siamo sbagliati. Nel pentimento – aggiunge il sacerdote – i giovani possono riscoprire lo sguardo d’amore, paterno di Dio. Non sentirsi sbagliati ma sentirsi amati. E questo è un altro messaggio forte che il Pontefice ha voluto lanciare ai giovani. Il peccato non è mai l’ultima parola”.
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