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Podcast Evviva la mamma! Ascolta la bellissima poesia del “Curato”

Di Pietro Pompei

DIOCESI – Pochi sanno che il “Curato” don Francesco Sciocchetti nei momenti liberi si dilettava di “Poesia” farcita di umorismo che mandava a due giornali cattolici: “ L’Italia e l’Unione”. Li titolava “Servite Domino in laetitia” e li firmava FIDES , il  suo pseudonimo. Erano la caricatura delle debolezze umane e dei vizi e dovevano dimostrare che si può ridere senza ricorrere alle “barzellette oscene”. Ne raccolse più di 500 le fece stampare con il titolo Scherzi in Rima di Fides e in Appendice aggiunse Versi Varii.

I primi sono intitolati a Il Giorno della Madre che furono letti nella sezione n.29 della federazione cattolica italiana nel Maggio 1935. Sono una lunga filastrocca che terminano in versi “tenerissimi” dedicati a Sua Madre”.

Credo di fare un dono gradito a tutte le MAMME in questo giorno a loro dedicato, riproponendoli!

II giorno della madre.

Della madre, il caro giorno,
salutiamo, lieti il ritorno.
Sono le madri a noi d’intorno,
con bei fiori il petto adorno.
Giorno è questo dell’amore,
che dei figli allieta il cuore.
I figliuoli bene sanno
che essi devon tutto l’anno
per la mamma in un cuor sentire
grande affetto, ed obbedire;
pur sublime fu il pensiero
dedicarle un giorno intero
per poterla noi onorare
in un modo singolare.
E che il giorno scelto sia
nel bel mese di Maria,
di Maria, che di Gesù
la divina madre fu.
Care madri, qui presenti,
voi, che  foste obbedienti
alla legge del Signore,
Lode  abbiate e grande onore;
più di figli siete ornate,
Più sarete rispettate,
per voi i figli non sono noia,
Sono orgoglio, sono gioia,
son di casa l’esultanza,
del futuro la speranza.
Di aver figli, chi disdegna,
dirsi donna non è degna.
È la MADRE la Regina
Terra e Cielo a lei si inchina;
base è la MATERNITÀ
della intera civiltà;
senza madri, il mondo intero,
diverrebbe un cimitero.
Quanto è bella, e avventurata,
quella casa, ove è  nidiata
di graziosi frugolini
che coi vecchi stan vicini.
Sono i bimbi, col sorriso
della vita il paradiso.
Del danaro che ne fanno

quei che figli non vorranno?
Non sono ricchi gli italiani;
non importa; han figli sani,
bianchi e rossi, e paffutelli,
birichin, dagli occhi belli,
dalle mamme ben nutriti,
ben calzati, ben vestiti,
che vi fanno la vita gaia,
son baston  della vecchiaia,
le vostre orme seguiranno,
e i vostri occhi chiuderanno.
In Italia, i genitori
forse furono signori?
hanno duro lavorato;
giammai il pane ci è mancato;

Invocavan con frequenza 
La Divina Provvidenza.
Quando siete qui venuti,
senza soldi e sconosciuti,
vi formaste la famiglia.
Se oggi il mondo si scompiglia
l’avvenire non temete;
dai figlioli aiuto avrete
Quando l’uomo si avvilisce,
vi è la donna che supplisce;
se a mancare viene il padre,
coraggiosa vi è la madre,
che affrontare sa i  perigli,
per il bene dei suoi figli.
Si dirà: son tempi brutti:
lo sappiamo purtroppo tutti;
nella crisi, noi la sorte,
superiamo da razza forte.

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La mia mamma, oggi rammento;
sul mio viso ancora sento
dei suoi baci la carezza,
dei suoi vezzi  la dolcezza.
L’alma mia, oggi, commossa,
se ne vola alla sua fossa;
e  ricorda quei  consigli,
che morendo lasciò ai figli:
“Siate fermi nella fede,
“Misero è chi a Dio non crede,
“La nostra anima immortale,
“Su nel Ciel ritorna, e sale
“Siate sempre benedetti.
Furono gli ultimi suoi detti.
Fortunati, o figli, siete,
che la mamma ancora avete.
Custoditene il tesoro,
che val molto più dell’oro;
è la MAMMA, che sorregge,
che accarezza, che corregge,
con noi lieta nel  gioire,
con noi mesta nel soffrire,
la parola che consola,
la sa dir la mamma sola.
Ci perdona nel fallire,
pronta è pur, per noi a morire.
Il suo amore è così forte,
che lo vince sol la morte;
Anzi no, perché in eterno
durerà l’AMOR MATERNO.

Fides

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