”Mettere a fuoco il rapporto tra lavoro dignitoso e giustizia sociale”. Lo ha chiesto il Papa, ricevendo in udienza, prima dell’udienza generale, un gruppo di giovani imprenditori e lavoratori accompagnati dal card. Michael Czerny, partecipanti alla Consultazione “La cura è lavoro, il lavoro è cura” del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “Questa espressione, ‘giustizia sociale’, che è arrivata con le encicliche sociali dei Papi, è una parola che non è accettata dall’economia liberale, dall’economia di punta”, ha denunciato Francesco, secondo il quale “un rischio che corriamo nelle nostre attuali società è quello di accettare passivamente quanto accade attorno a noi, con una certa indifferenza oppure perché non siamo nelle condizioni di inquadrare problematiche spesso complesse e di trovare ad esse risposte adeguate”. “Ma ciò significa lasciar crescere le disuguaglianze sociali e le ingiustizie anche per quanto riguarda i rapporti di lavoro e i diritti fondamentali dei lavoratori.

E questo non va bene!”, ha tuonato il Papa, che ha esortato inoltre a considerare il “lavoro dignitoso” connesso alla “giusta transizione”: “Tenendo conto dell’interdipendenza tra lavoro e ambiente, si tratta di ripensare i tipi di lavoro che conviene promuovere in ordine alla cura della casa comune, specialmente sulla base delle fonti di energia che essi richiedono”, ha affermato.

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