GROTTAMMARE – “Un incontro fecondo di prospettive“: è così che Mons. Gianpiero Palmieri, vicepresidente per l’Italia Centrale della Conferenza Episcopale Italiana, ha definito il Convegno regionale dal titolo “Al cuore della democrazia: partecipare tra storia e futuro”, che si è svolto Sabato 6 Aprile, presso la Sala Consiliare del Comune di Grottammare. L’appuntamento, organizzato dalla Conferenza Episcopale Marchigiana – Commissione Regionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, in collaborazione con il Consiglio Regionale delle Marche e la Città di Grottammare, è stato pianificato in preparazione alla Cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si terrà il prossimo Luglio a Trieste e si concluderà con una Santa Messa presieduta da Papa Francesco.

L’incontro, moderato da Gabriele Darpetti, delegato regionale per la Pastorale Sociale e del Lavoro, è stato presieduto dallo stesso Mons. Palmieri, qui in veste non tanto di vescovo della Diocesi di Ascoli Piceno, quanto di incaricato della Conferenza Episcopale Marchigiana a presiedere la Commissione Regionale per i Lavori Sociali e del Lavoro per le Marche. Al centro del convegno una riflessione sull’importanza della partecipazione alla vita sociale e politica delle comunità, attraverso la testimonianza di buone pratiche di partecipazione messe in atto e raccontate da vari rappresentanti delle Istituzioni, dei movimenti cattolici, delle associazioni sindacali e del mondo civile, alcuni dei quali interverranno anche durante i lavori conclusivi di Trieste.

A dare il benvenuto ai relatori e agli ospiti sono state le autorità religiose e civili del territorio ospitante.
A rompere il ghiaccio è stato il vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani, il quale ha affermato: “L’appuntamento di oggi è importante perché ci conduce a riflettere su un aspetto fondamentale: il cuore della democrazia sta nella partecipazione e specificatamente nel tipo di partecipazione. La forza della democrazia sta nel fatto che si basa sul volere del Popolo, ma è altrettanto vero che questo può comportare anche una debolezza, in base al grado di consapevolezza e quindi di valore del Popolo. In tal senso l’aspetto formativo, che è al centro della Settimana Sociale dei Cattolici, è molto importante, perché incide sulla consapevolezza, da parte delle persone, dell’importanza della vita sociale. Partecipare alla vita sociale di una comunità è il presupposto imprescindibile per costruire il bene comune che è di tutti. Il cuore della democrazia deve essere un cuore che pulsa di prospettive che guardino con coraggio al futuro e che sappiano investire energie forti, affinché il futuro non sia soltanto sperato, bensì costruito giorno per giorno con impegno”.
A seguire, l’avvocato Dino Latini, presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche, collegato da remoto, ha detto: “Rendere i cittadini più responsabili e consapevoli è compito di tutte le Istituzioni. Oggi l’assenza di luoghi, di partiti – intesi nel senso classico del termine – limita pesantemente la possibilità di condivisione delle idee e vede consegnare a pochi le scelte di tanti“.
Ultimo a fare il saluto di benvenuto è stato il sindaco del Comune di Grottammare, il dott. Alessandro Rocchi, il quale ha dichiarato: “Aumentare il senso di appartenenza alla comunità è possibile aumentando la cura del territorio e delle persone che vi abitano. La partecipazione, però, non attiene solo al campo del fare, ma anche alla capacità di pensiero e di parola. In tal senso la dimensione politica, sia in senso lato che in senso stretto del termine, è fondamentale. Benvengano incontri come quello di oggi che stimolano riflessioni di senso e profonde”.

L’incontro è entrato nel vivo con l’intervento del dott. Pierpaolo Fanesi, il quale ha raccontato l’esperienza di Grottammare partecipativa, una storia lunga trent’anni che ha visto la città marchigiana “passare dall’essere considerata un esperimento guardato con sospetto all’essere giudicata come precorritrice di una politica poi istituzionalizzata e normativizzata anche in altre città italiane ed europee tanto da essere riconosciuta anche dall’Unione Europea”. “Ora – ha detto Fanesi – stiamo lavorando sui patti di collaborazione, così da creare una rete di partecipazione”.

A seguire un altro Grottammarese, il consigliere comunale Marco Tamburro, ha offerto il suo contributo alla riflessione: “La partecipazione politica è il cuore pulsante di una cittadinanza attiva. È il ponte che accorcia la distanza tra cittadini ed Istituzioni, trasformando un rapporto di mero cliente-fornitore in una co-progettazione del bene comune. Non si tratta solo di delegare la propria voce al voto, ma di assumere un ruolo di protagonisti nella vita della propria comunità. I cittadini possono partecipare in diversi modi: iscrivendosi a partiti o movimenti politici come il nostro, partecipando ad assemblee e consigli cittadini, impegnandosi nel volontariato e nell’associazionismo. Il principio di sussidiarietà sancisce il loro diritto di essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano. In quest’ottica, la partecipazione politica diventa co-realizzazione di politiche e interventi a favore della collettività. La partecipazione rafforza il sistema democratico, rendendolo più trasparente, responsabile ed inclusivo. Assicura che le decisioni tengano conto delle reali esigenze e priorità della comunità. Promuoverla e facilitarla è un impegno fondamentale per la nostra amministrazione.
Per questo motivo, oltre al bilancio partecipativo, abbiamo adottato diverse misure concrete: un regolamento per la gestione dei beni comuni per favorire i patti di collaborazione; un momento di riflessione scolastica per il Consiglio Comunale dei Ragazzi; una rassegna dal nome ‘Giornate di Grottammare Partecipativa’ per fornire strumenti ai cittadini; la digitalizzazione della partecipazione.
Crediamo che il confronto generi progresso. Invitiamo tutti i cittadini a partecipare attivamente alla vita politica della nostra comunità. Insieme, possiamo costruire un futuro migliore per Grottammare”.

È stata poi la volta del formatore e progettista Alberto Di Capua, il quale ha raccontato come nel Settembre del 2021, “in occasione della Giornata del Creato, un parroco di Senigallia abbia alzato un grido di dolore, con il quale ha denunciato le condizioni di scarsa manutenzione di un parco di fronte alla chiesa. Da lì è partita una bella esperienza di democrazia partecipativa che ha portato, nell’arco di due anni e mezzo, ad ottimi risultati: sebbene, infatti, si sia riscontrata una problematica relativa alla dilatazione delle tempistiche, tuttavia il bilancio finale è positivo. Siamo partiti esercitando un potere partecipativo – ha detto Di Capuae ci stiamo avviando verso un potere deliberativo. Questo processo è interessante e per niente scontato“.

Al racconto di questa esperienza hanno fatto eco le parole della dott.ssa Beatrice Ciavarella, che ha illustrato la nascita e lo sviluppo di un centro polifunzionale realizzato dalle “Sentinelle del Mattino“, un’associazione di promozione sociale nata nel 2014 a Civitanova Marche per iniziativa del Gruppo Scout Agesci Civitanova Alta 1 con lo scopo di recuperare e valorizzare le zone della città in stato di abbandono.

Per il Mlac (Movimento dei Lavoratori di Azione Cattolica) ha poi relazionato la prof.ssa Monica Vallorani, la quale ha sottolineato come l’Azione Cattolica stessa sia palestra di democrazia e di corresponsabilità. “L’AC e i suoi Movimenti – ha detto – sono davvero luoghi in cui ci si forma al senso del bene comune e all’esercizio di una responsabilità che ci chiama a prenderci cura dei luoghi e delle persone“. Ha poi raccontato varie esperienze di democrazia partecipativa condotte con successo nella Diocesi di San Benedetto del Tronto, come il progetto “Le Panchine del racconto“, il contest di “Parrocchie Ecologiche“, un percorso di approfondimento della Laudato Si’ letta e commentata in luoghi strategici della Diocesi, e la moratoria presentata al Comune di San Benedetto del Tronto per mantenere bloccata la destinazione agricola di alcuni terreni.

A seguire, per la CISL è intervenuta la segretaria provinciale di Ascoli Piceno, la dott.ssa Maria Teresa Ferretti, la quale ha illustrato l’iniziativa “Aggiungi un posto a tavola!”. “Far firmare una legge di iniziativa popolare non è stato semplice – ha svelato Ferretti –. Avevamo timore che si rivelasse un flop; invece siamo rimasti sorpresi dall’interesse dei lavoratori. La Cisl ha preso coraggio. Il coraggio anche di rompere determinati schemi. Dobbiamo dimenticare il Novecento, per essere pienamente responsabili del presente. Dobbiamo rompere con un passato che vedeva lavoratori e datori di lavoro contrapposti. Del resto la Cisl è un sindacato riformista, ha quindi avuto l’idea e il coraggio di proporre qualcosa di innovativo. Accanto al coraggio, vorrei porre in evidenza un altro concetto, quello della responsabilità. Un conto, infatti, è ragionare sulla legge, un conto è metterla in pratica. La corresponsabilità reciproca non è semplice, ma la partecipazione nelle aziende è indubbiamente un obiettivo da perseguire: una partecipazione che sia, al tempo stesso, gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva”.

L’ultima testimonianza di buone prassi è stata fornita dal dott. Piergiacomi dell’ACLI (Associazione Cattolici Lavoratori Italiani), il quale ha sottolineato “quanto sia importante ricostruire il senso di appartenenza, sia ai Movimenti sia alla comunità”. “Un’appartenenza – ha detto – che non deve creare individualismi e gruppi settari, come spesso accade, bensì sia intesa come un forte senso di comune appartenenza al genere umano, che sia anche uno strumento efficace di pace“.

La conclusione dei lavori è stata affidata a Mons. Gianpiero Palmieri, il quale ha osservato che “il tema della partecipazione, che è al centro della Settimana Sociale di Trieste, è particolarmente azzeccato, in quanto incrocia anche una fase particolare della vita ecclesiale, il cammino sinodale, dove il tema della partecipazione è declinato in ambiti più ecclesiali e teologici, ma con una dignità profondissima, che è quella del Popolo di Dio, un Popolo sacerdotale, profetico, regale. Un popolo che ha l’unzione dello Spirito Santo. Un Popolo che, prima ancora del Papa, è infallibile e indelebile. Di conseguenza, quando il Popolo di Dio si riunisce, lo fa per esprimere la sua fede. Pensate dunque a quanto sia importante questo tema dal punto di vista anche solo teologico! Così come lo è anche quello del discernimento, che, in forza di costruzione dello Spirito Santo, il Popolo di Dio è chiamato ad esercitare quando si riunisce per prendere insieme le decisioni”.

Il tema della partecipazione a tutti i livelli è quindi fondamentale.” – ha proseguito l’arcivescovo Palmieri, il quale citando il vecchio adagio del Codice di Giustiniano, ha aggiunto: “Quello che vincola tutti deve essere approvato da tutti. Questo principio fa parte della scuola del nostro diritto e deve trovare forma nella nostra vita sociale ed ecclesiale. Dal punto di vista della partecipazione democratica, abbiamo ascoltato molte esperienze che ci fanno comprendere quanto questa dimensione sia irrinunciabile nella vita ecclesiale e nella vita civile”. Sull’argomento Mons. Palmieri ha rimandato al quarto capitolo dell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium“, in cui Papa Francesco sottolinea come per diventare Popolo siano necessari alcuni passaggi essenziali che siamo chiamati a fare.

Dopo aver ringraziato i relatori per gli ottimi spunti di riflessione, Mons. Palmieri ha concluso i lavori dando appuntamento a Sabato 13 Aprile, ad Ascoli Piceno, dove a parlare di geopolitica e pace, ci saranno il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, l’ambasciatore Pasquale Ferrara, direttore generale per gli Affari Politici e di Sicurezza, e Maurizio Simoncelli, vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo. Domenica 14 Aprile poi ci sarà anche una manifestazione per la pace.

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