Noemi Vagnoni

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Frequenta l’Istituto di Istruzione Superiore “F. Buscemi” la studentessa Noemi Vagnoni che nelle scorse settimane ha ritirato, al Teatro dell’Aquila di Fermo, la Pagella d’Oro giunta quest’anno alla sessantunesima edizione.

Lei frequenta l’ultimo anno dell’indirizzo Pasticceria. Da settembre inizia un nuovo capitolo della sua vita, sa già quale strada intraprendere?
Nonostante siano già trascorsi cinque anni dall’inizio di questo percorso di studi, non ho ancora un’idea ben definita su cosa vorrò fare. Durante questi anni a scuola ho avuto modo di imparare ad apprezzare e stimare il lavoro dell’insegnante, per noi studentesse e studenti quasi come un secondo genitore. In futuro mi piacerebbe poter far appassionare i ragazzi alla scuola e soprattutto allo studio, poiché, come citava Socrate: “Il sapere rende liberi, è l’ignoranza che rende prigionieri”.

La passione per la cucina, più in particolare per la pasticceria, quando arriva?
Per quanto riguarda la mia personale esperienza è arrivata all’improvviso. Una passione che credo di avere sempre avuto, sin da bambina, ma non le ho mai dato molta importanza. Poi crescendo e iniziando a sperimentare, mi sono resa conto che quello che per me prima era un semplice passatempo, poi è diventata una valvola di sfogo, una passione, una maniera di esprimermi come lo è una tela bianca per un pittore. Ma non mi definisco una pasticciera, questo appellativo non mi si cuce bene addosso, semplicemente ciò che mi ha fatto appassionare a questo mondo è la possibilità di creare ricordi a me cari. E ciò che mi rende felice è poter chiudere un pranzo di famiglia, una ricorrenza speciale o una festa con una semplice frase: “Mmmh… che buono!” perché in fondo il dolce è il momento finale di un ricordo perfetto.

Immagino che la cucina di casa sua sia una sorta di laboratorio dove provare e riprovare le sue ricette. Sua madre cosa dice?
La cucina ha avuto un ruolo fondamentale nel far crescere in me questa passione. Soprattutto durante il periodo della pandemia quando, passando tutto il giorno in casa, ho avuto la possibilità di dedicarmi anche a preparazioni più lunghe ed elaborate. Mia madre mi ha assecondato sempre, anche in uno spazio ristretto come la cucina di casa. Ultimamente però preferisco dedicarmi alla pasticceria nelle ore che ho a disposizione a scuola poiché, grazie ai nuovi macchinari, posso sperimentare ricette di torte moderne che a casa sarebbero impossibili da fare.

Quanto ha influito la sua famiglia nella scelta del suo percorso di studi?
L’ultimo anno di medie è stato per me una “prova di coraggio” poiché, essendo brava a scuola, i miei professori, in particolare la mia famiglia, si aspettavano da me una scelta indirizzata verso un liceo. Invece sono andata controcorrente e, riflettendo su quella che stava diventando una passione, ho pensato che la scelta più giusta sarebbe stata quella di frequentare una scuola che potesse valorizzarla. Ad oggi, vedendo i risultati di questa scelta, penso che la mia famiglia sia orgogliosa di me.

Che cosa ha significato per lei vincere la “Pagella d’Oro”?
Non penso di essere migliore o superiore a qualcuno, per me la Pagella d’Oro non è motivo di vanto. Anzi, sinceramente nemmeno mi aspettavo di riceverla. Sicuramente ricevere questo riconoscimento è stata una grande soddisfazione per tutto lo studio, il lavoro, la determinazione e la dedizione che ci sono dietro.

Che consiglio si sente di dare alle ragazze e ai ragazzi che si trovano a scegliere l’indirizzo di scuola superiore al quale iscriversi?
Ciò che mi sento di dire a coloro che sono indecisi è di ascoltare quanti più consigli possibili per avere una visione completa delle varie possibilità, ma alla fine l’importante è scegliere la scuola sulla base delle proprie passioni. Come accade spesso nella vita, quando ci piace fare qualcosa poi appare meno faticoso.

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