di Dale S. Recinella – Vatican News

È impossibile essere preparato ad assistere all’esecuzione di una persona che ritengo innocente. Invece è proprio ciò che accade nel 2006. Il mandato di esecuzione dell’uomo viene firmato. Mi chiede di essere il suo assistente spirituale. Afferma l’innocenza e sostiene che il testimone principale dello stato è in realtà colui che ha commesso l’omicidio.

La richiesta di clemenza con commutazione all’ergastolo, avanzata da questo condannato, merita una seria considerazione. È un veterano del Vietnam decorato, che è tornato con il disturbo da stress post-traumatico e le conseguenze da intossicazione dell’agente Orange; era un genitore single che aveva cresciuto le sue figlie lavorando come falegname. Da quando è arrivato nel braccio della morte, ha continuato a rappresentare la figura genitoriale nella vita delle sue figlie attraverso la posta e le visite. Inoltre, la sua condanna a morte è stata emessa con soli sette voti dei giurati contro cinque. Un solo voto diverso e gli sarebbe stato dato l’ergastolo.

Le sue tre figlie supplicano il governatore di concedergli clemenza, di commutare la sua condanna a morte in ergastolo. Ma in pratica, in Florida, non c’è clemenza nei casi di pena di morte. Semplicemente non esiste.

I suoi avvocati d’appello hanno raccolto interi scatoloni di dichiarazioni giurate secondo le quali la sua affermazione di innocenza è vera. Chiedono alla Corte Suprema della Florida di ordinare un’udienza probatoria che permetta al giudice di ascoltare i testimoni sotto giuramento e sotto esame incrociato. Ciò consentirebbe di determinare se in realtà è innocente e se è stato incastrato dal testimone chiave dello stato.

La Corte Suprema della Florida si rifiuta del tutto di riprendere in considerazione il pasticcio precedente e si nasconde dietro una dottrina procedurale, secondo la quale è troppo tardi per ascoltare prove di innocenza. Tutte queste testimonianze giurate non verranno mai ascoltate. Le prove giurate della sua innocenza resteranno in uno scatolone nel seminterrato di un tribunale nel Panhandle della Florida, mentre quest’uomo verrà ucciso dallo Stato.

Mia moglie ed io siamo seriamente preoccupati per il benessere delle sue tre figlie, di età compresa tra i ventidue e i trent’anni. Susan ottiene il permesso dalla prigione di essere presente alla visita finale della famiglia la mattina dell’esecuzione. Susan ed io arriviamo insieme alla FSP verso le 7 del mattino. Le visite senza contatto (separati da una parete di vetro) durano due ore e sono estenuanti. Poi la situazione diventa più difficile.

Le visite con contatto richiedono il passaggio attraverso un altro cancello di sicurezza e poi attraverso due solide porte d’acciaio, in un’area dall’altra parte del corridoio. La visita di contatto, della durata di un’ora, è suddivisa in quattro frazioni da quindici minuti: prima i fratelli insieme, poi la figlia più giovane, poi ciascuna delle altre due figlie.

Ogni visita di contatto con una figlia termina con lei che si aggrappa disperatamente al padre e singhiozza in modo incontrollabile. Una dopo l’altra, devo staccare ciascuna figlia dal padre, prenderla per entrambe le braccia e condurla fuori dalla stanza e nell’ingresso. Quando la seconda porta di sicurezza d’acciaio si richiude, ognuna di loro è paralizzata da un dolore incontrollabile, piegandosi in due, singhiozzando e piangendo: “Papà, ti voglio bene. Perché uccideranno il mio papà?”

Poi devo praticamente trasportare di peso ciascuna figlia attraverso il cancello di sicurezza del corridoio e riaccompagnarla nell’area di raccolta, dove Susan sta aspettando per assisterla.

Nel frattempo devo accompagnare la figlia successiva per la sua visita di addio di quindici minuti con suo padre. Ogni visita termina allo stesso modo. Ciascuna figlia si accascia attorno al tavolo accanto a Susan, gemendo: “Perché devono ucciderlo? Perché non possono lasciarlo vivere in prigione?”

Dopo gli addii strazianti, Susan e io riuniamo le figlie e le accompagniamo fuori dalla prigione fino al parcheggio dove preghiamo con loro per l’ultima volta.

Poi Susan prega con me, prima che io ritorni nella casa della morte per prendere posto davanti alla cella del condannato, a meno di 4 metri dalla stanza delle esecuzioni, per le ultime cinque ore della sua vita.

Verso le 17,30 mi reco nell’atrio principale dell’edificio amministrativo della FSP. Viene dato l’annuncio che i testimoni si rechino all’ingresso speciale della sala dei testimoni della casa della morte. Occupo il posto riservato al consigliere spirituale e aspetto.

Quando la tenda si apre, l’uomo è coricato sul lettino davanti alla finestra. Cerco di stabilire un contatto visivo con lui, ma il riverbero delle luci sul vetro interferisce con la sua vista.

“Dov’è il fratello Dale?”, grida, alzando la testa per sbirciare attraverso la finestra. Alzo la mano sperando che riesca a vedermi nonostante la luce abbagliante.

“Ti voglio bene, amico.” Parla chiaramente ma a bassa voce, annuendo direttamente verso di me.

Tutti i testimoni lo sentono attraverso il microfono in alto. C’è un cambiamento immediato nella sensazione emotiva dell’intera stanza dei testimoni. In una frazione di secondo quelle parole lo hanno trasformato, da oggetto di disprezzo, in un essere umano connesso con gli altri. L’effetto è palpabile.

Tornando a casa dall’esecuzione, mi viene in mente che guardare un uomo innocente essere ucciso possa essere tutto ciò che serve per scatenare gli incubi. In quel momento va oltre la mia immaginazione che mi sarà riservato un livello di orrore ancora più profondo.

Nella settimana del Ringraziamento del 2006, Susan ed io abbiamo seguito tre esecuzioni in nove settimane. Mentre i nostri preparativi per il Ringraziamento iniziano, finalmente respiriamo e osiamo presumere che il lettino a Starke abbia smesso di essere utilizzato per quest’anno.

Poi, appena due giorni prima del Ringraziamento, Angel Diaz viene trasferito nella casa della morte. La sua famiglia viene informata il giorno prima del Ringraziamento. Arrivano da Miami durante la notte, dopo il lavoro, su più veicoli, per una visita con lui che durerà tutto il giorno. Incontreranno me e Susan alla FSP alle 17,00 il Giorno del Ringraziamento.

Quel giorno, alle 16,45, Susan e io siamo sui gradini della FSP all’interno dei cancelli in attesa di incontrare questa nuova famiglia. Sono persone cordiali e gentili. Sappiamo che hanno guidato tutta la notte, e tutto il giorno sono stati in visita al loro caro nella casa della morte. Li invitiamo a una cena del Ringraziamento nel tardo pomeriggio a casa nostra, a meno di 25 chilometri dalla FSP.

Sembra che noi e loro siamo gli unici in auto quella sera. I numerosi minivan ci seguono facilmente sulle strade deserte della contea fino alla nostra casa in città. Ben presto si riuniscono attorno al tavolo della nostra sala da pranzo: prozia, fratello, sorella, nipoti, cugini e nipotini che giocano sul pavimento, mentre gli adulti parlano e mangiano.

Questa è una famiglia cattolica della classe media, proprio come noi. Non avrebbero mai immaginato che sarebbero stati alla FSP il Giorno del Ringraziamento per la visita a un condannato a morte. La data dell’esecuzione è fissata per il 13 dicembre.

La mattina dell’esecuzione incontro la famiglia alla FSP circa novanta minuti prima dell’inizio delle visite senza contatto. Le visite senza contatto e poi le visite con contatto si svolgono secondo le regole. La famiglia parte in orario.

Padre Jose arriva alla FSP per impartire l’Unzione degli Infermi alle 12,00. Quando lui ritorna alla cappella, scendo le scale dell’Ala Q per prendere la mia postazione davanti alla cella della morte di Angel Diaz.

Angel mi racconta di aver partecipato al Cursillo, un movimento di rinnovamento spirituale cattolico mondiale, al liceo di Porto Rico. Anch’io avevo partecipato al Cursillo a Tallahassee. Il ritiro del Cursillo includeva molte canzoni spagnole sugli animali della fattoria e sulla vita semplice. Mentre io e Angel proviamo a cantare le canzoni del Cursillo a memoria, le guardie della casa della morte ci fanno delle domande. In pochi minuti, stiamo insegnando le canzoni agli uomini in uniforme a portata d’orecchio.

Verso le 16,30 chiudiamo in preghiera e io mi dirigo verso l’edificio amministrativo per unirmi agli altri testimoni ufficiali. Prima delle 18,00 i testimoni sono tutti seduti davanti alla tenda. Alle 18,00 si apre il sipario.

“Lo Stato della Florida sta uccidendo una persona innocente”, Angel Diaz pronuncia le sue ultime parole in spagnolo. “Lo Stato della Florida sta commettendo un crimine perché sono innocente. La pena di morte è una forma di vendetta, ma anche un atto codardo da parte degli esseri umani. Mi dispiace per quello che sta succedendo a me e alla mia famiglia, che abbiamo dovuto affrontare tutto questo”.

Il direttore legge la condanna a morte e ordina l’avvio della procedura. In pochi minuti so che qualcosa sta andando terribilmente male.

Quando tutto finisce e io scendo dal minivan che ci ha riportati via dalla casa della morte, il caos sta pervadendo la folla fuori dalla FSP. Del disastro dell’esecuzione e della sua durata è già trapelata la notizia. Non c’è niente che io possa aggiungere a questa situazione critica. Mentre mi appoggio all’auto nel parcheggio della FSP per valutare se il mio stomaco reggerà durante il viaggio verso casa, mi si avvicina l’avvocato di Angel Diaz.

“Sei disposto a testimoniare su ciò che hai appena visto?”

“Solo dietro mandato di comparizione e sotto giuramento.” Rispondo come un automa con la formula che i miei avvocati mi hanno fatto memorizzare proprio per un’occasione del genere.

“Avrai mie notizie.”

La mia macchina deve percorrere quasi venti chilometri, guidando verso nord sulla State Road 121, prima di entrare nel raggio d’azione del cellulare di casa mia. Non appena sullo schermo del telefono compaiono le barre di connessione, premo il pulsante di chiamata rapida per Susan.

“Susan…”

“Dale, sei tu?”, chiede esitante.

“Sì, perché?”

“Tesoro, non avevo idea che fossi tu. Non sembra affatto la tua voce. Cosa è successo?”

“Susan, ho appena visto un uomo torturato a morte.”

La mattina dopo l’intero settore della pena di morte della Florida è in subbuglio. Nel frattempo, alle 8 del mattino, la Corte Suprema della Florida accoglie una mozione urgente, affinché il personale medico indipendente sia presente all’autopsia e impedisca qualsiasi tentativo di cremazione del corpo prima che le indagini siano completate.

I referti medici non sono belli. L’autopsia rivela che le braccia di Angel sono orribilmente bruciate all’interno, con un’ustione chimica di trenta x dodici centimetri nel braccio destro e un’ustione chimica di ventotto x diciassette centimetri nel braccio sinistro. Infatti, l’autopsia mostra che i cateteri per l’iniezione letale hanno perforato le pareti anteriore e posteriore delle sue vene, pompando le sostanze chimiche direttamente nei tessuti molli sottostanti. Solo molto gradualmente, abbastanza veleno da ucciderlo rifluì nel suo sistema arterioso.

I miei incubi iniziano subito dopo la fallita esecuzione. All’inizio mi rifiuto di accettarli.

“Susan, non dovrei avere incubi. Non è come con Padre Joe prima di me. Lui aveva visto un uomo prendere fuoco e morire bruciato sulla sedia elettrica”.

“Veramente?”, Susan non sostiene il mio rifiuto. “Allora dimmi, Dale: qual è la differenza tra guardare un uomo bruciare vivo dall’esterno a causa dell’elettricità e guardare un uomo bruciare vivo dall’interno a causa di sostanze chimiche?”

So che ha ragione. Non c’è alcuna differenza significativa. I miei incubi mi appartengono. E sarà meglio che io li affronti.

Sarà anche meglio che io affronti la tempesta politica che si sta già dirigendo nella mia direzione.

Gli avvocati di Angel Diaz hanno intentato una causa per porre fine all’uso dell’iniezione letale in Florida. Sono stato citato in giudizio e dovrò deporre sotto giuramento. L’udienza si svolgerà a Ocala davanti a un giudice di circoscrizione. I giudici della circoscrizione della Florida sono quelli che emettono le condanne a morte.

Il 18 maggio 2007, io e il mio avvocato andiamo insieme al tribunale della contea di Marion a Ocala.

L’ascensore ci scarica nell’atrio del piano superiore, dove ci aspettano. Gli ufficiali giudiziari ci introducono nell’aula e chiudono le porte. Sarò il primo a testimoniare. Il giudice ordina che io presti giuramento. Resto sul banco dei testimoni per più di due ore.

Nell’agosto del 2007 il giudice distrettuale di Ocala ordina al Dipartimento penitenziario della Florida di dimostrare il motivo per cui la pena di morte per iniezione letale in Florida non dovrebbe essere dichiarata incostituzionale come punizione crudele e insolita. Ma la finestra della speranza si chiude rapidamente, appena un mese dopo.

Nel settembre 2007, lo stesso giudice emette una sentenza definitiva, secondo cui l’esecuzione di Diaz non può essere definita un’esecuzione fallita, perché l’obiettivo era uccidere il detenuto, e Diaz è morto.

La Corte Suprema della Florida conferma semplicemente la sua sentenza secondo cui le iniezioni letali in Florida possono continuare. L’industria della pena di morte nello Stato è al sicuro per un altro giorno.

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