SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  I giovani Greta Bajrami e Matteo Olivieri ricevono il premio letterario “Terre resistenti”.

Con il racconto “La scatola di latta” avete vinto questo importante riconoscimento per “Le nuove generazioni ripensano il mondo del 2030”, sezione Scuola secondaria di Secondo grado. Come è stato scrivere questo racconto a quattro mani?
G:Si è trattato sicuramente un’esperienza nuova e formativa. È stato inoltre un “tuffo nel passato” perché mi sono ispirata a film d’animazione della mia infanzia e ad opere d’arte che sono stati utili per descrivere i personaggi e sviluppare la narrazione con un linguaggio tecnico, ma senza trascurare il punto di vista emotivo.

M: Era la prima volta che scrivevo un racconto a quattro mani ed è stata una bellissima esperienza. Il mio stile e quello di Greta non sono sempre identici, e attingiamo a fonti di ispirazione differenti. Tuttavia, ciò non ha creato “due testi in uno”. Credo che la forza del nostro racconto sia proprio questa: è emersa non la somma delle nostre singole personalità, ma la loro sintesi.

Entrambi provenite dal liceo scientifico Rosetti di San Benedetto. Quanto ha influito il vostro percorso di studi nella stesura di questo testo?
G: Il mio percorso di studi ha influito molto sulla stesura del testo poiché negli anni ho potuto affinare le mie proprietà di linguaggio e arricchire il mio lessico. Frequentare un liceo scientifico è stato certamente d’aiuto poiché si hanno conoscenze in vari ambiti e si può attingere da qualunque di essi arrivando a creare qualcosa di originale. Inoltre, nel percorso di formazione è richiesto un uso sia di linguaggio tecnico sia di termini che riescano a trasmettere appieno emozioni e sentimenti. È in questo modo che diventa possibile padroneggiare un linguaggio che permette di conciliare logica e sentimento.

M: La completezza che caratterizza l’offerta formativa del liceo scientifico, e in particolare del Rosetti, è stata fondamentale. Mi ha aiutato a sviluppare senso critico, a migliorare le mie capacità espressive, a far dialogare diverse aree del sapere e a mantenere uno stretto contatto con l’attualità. Ma, cosa più importante, ha stimolato ogni giorno il mio desiderio di conoscere.

Cosa vi piacerebbe fare in futuro?
G: In futuro vorrei diventare un medico per poter curare chi ha bisogno e aiutare le persone a migliorare le proprie vite.

M: Vorrei lavorare come ricercatore nel campo della fisica, è da sempre la mia più grande passione.

Quali sono le vostre passioni?
G: Ho molte passioni e, con il passare del tempo, la lista non fa che arricchirsi. Mi piace leggere, soprattutto saggi e classici, ascoltare musica di ogni genere, disegnare e fare attività fisica di ogni tipo come atletica, orienteering, escursioni e paddle.

M: Adoro leggere, specialmente classici, e scrivere, sia in prosa sia in versi. Per distrarmi, mi piace anche suonare la chitarra classica.

Greta Bajrami e Matteo Olivieri

 

 

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