SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Nell’ambito della divulgazione della dottrina sociale della Chiesa, abbiamo fatto un incontro con gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Augusto Capriotti. Erano presenti tre classi del quarto e quinto anno ed abbiamo parlato di conversione ecologica. Devo dire che è stato un momento molto stimolante. Grazie al metodo coinvolgente del dott. Massimo Pallottino, referente dell’Area Internazionale di Caritas Italiana, che ha fatto visionare ai ragazzi alcune diapositive, gli studenti sono andati dritti al centro del problema, ricordandoci ancora una volta che è necessario un dialogo intergenerazionale che aiuti tutti a comprendere dove stia andando il mondo e cosa sia possibile fare per migliorarlo. Se ciascuno fa la sua parte, è possibile davvero cambiare questo sistema economico, attraverso scelte consapevoli che passano attraverso le decisioni quotidiane che ci troviamo a prendere”. È con queste parole che il prof. Fernando Palestini, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, ha riassunto l’incontro dal titolo “La conversione ecologica e l’ecologia integrale”, avvenuto Sabato 14 Ottobre, alle ore 11:00, presso i locali dell’Istituto Capriotti, nell’ambito del progetto “Lavoriamo insieme per il bene comune”, organizzati dalla Scuola di Formazione Socio-Politica delle Diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
Dopo il saluto del dirigente di Istituto, l’ing. Enrico Piasini, l’illustre ospite giunto da Roma, ha mostrato agli studenti alcune diapositive su tre temi specifici (ambiente, disuguaglianze e conflitti), facendo analizzare ai ragazzi in che maniera possano essere legati fra loro. Da questa introduzione, che ha suscitato l’interesse dei giovani presenti, si è passati al tema centrale dell’incontro, ovvero il cambiamento climatico, sottolineando due aspetti: da un lato, il fatto che a pagare il prezzo più alto è sempre il povero, e, dall’altro lato, il fatto che ci sia un problema di consapevolezza collettiva. Di fronte a questi stimoli, gli studenti sono stati invitati a rispondere ad una domanda apparentemente semplice: Cosa possiamo fare noi? Attraverso la guida del relatore, i ragazzi hanno indicato quali comportamenti, tra quelli che teniamo abitualmente, possono incidere molto sul cambiamento climatico. L’incontro è poi proseguito con la proiezione di un video in lingua inglese in cui sono state spiegate le cause del riscaldamento globale, attraverso l’analisi di dati scientifici e storici. Al termine della visione il dott. Pallottino ha detto: “Dopo aver visto questo video, è chiaro che, quando parliamo di cambiamento climatico, stiamo ragionando su come vogliamo il mondo del futuro“. È seguito dunque l’invito agli studenti a scrivere su dei post-it tre parole chiave su come essi vogliono il mondo del futuro e poi ad illustrare quanto scritto. Dopo alcune riflessioni sull’attività appena svolta, è stato letto un breve stralcio della “Laudate Deum”, l’esortazione apostolica di papa Francesco. L’incontro si è concluso con queste parole motivanti e di buon auspicio del dott. Pallottino: “La sostenibilità parte dalla cittadinanza, ovvero dal reclamare i propri diritti e dall’assumersi i propri doveri. C’è bisogno dell’impegno di tutti. Quel ragazzo che avete disegnato, mentre si impegna a ripulire la terra, è un simbolo dell’impegno a cui tutti siamo chiamati. Vi auguro con tutto il cuore di essere buoni cittadini!“.

Ho trovato gli studenti molto attenti e vivi – ha dichiarato ai nostri microfoni il dott. Pallottino al termine dell’evento – e per me è sempre un piacere vivere un momento di ascolto in realtà anche molto diverse. In due ore non si può certamente pretendere molto da loro, però mi è sembrato che i ragazzi abbiano recepito bene il messaggio del piccolo percorso che abbiamo fatto insieme e mi pare che abbiano anche trovato qualche motivazione per impegnarsi. I giovani in generale hanno tanto da dire e gli studenti dell’Istituto Capriotti non hanno fatto eccezione. Per me è stata un’esperienza arricchente. Durante le attività proposte, qualcuno ha fatto un disegno tanto semplice quanto significativo: ha raffigurato un giovane che dà una pulita al mondo, un’immagine che raffigura bene lo stimolo ad impegnarsi personalmente e che rafforza il pensiero che il cambiamento climatico sia un problema di tutti. Spero che mattine come questa aiutino tutti a maturare una consapevolezza collettiva“.

Sembra che l’obiettivo sia stato raggiunto, almeno a giudicare dall’attenzione che anche le ultime file hanno rivolto al relatore! Queste le parole dello studente Gianluca Di Brandimarte, frequentante la classe 4°A RIM: “A me è piaciuto molto il discorso sui diritti e sui doveri. A volte ci concentriamo solo su quello che siamo tenuti a fare, magari avvertendone la pesantezza, e non teniamo conto di quello che invece ci spetta, di quello di cui possiamo godere; altre volte, al contrario, pretendiamo quello che ci è dovuto senza pensare che abbiamo anche delle responsabilità. Oggi ci è stato ricordato che i diritti e i doveri vanno di pari passo: ognuno di noi ha dei diritti per se stesso che gli altri sono tenuti a rispettare, ma ha anche dei doveri verso gli altri affinché anche gli altri possano godere degli stessi diritti. Insomma è stata una bella lezione di educazione civica, dove ho compreso che in realtà siamo tutti legati, volenti o nolenti, da questa relazione: quello che è un mio diritto è un dovere per l’altro e viceversa. Visti in questo modo, anche i doveri sembrano più leggeri e più piacevoli da accettare perché altro non sono che i doveri che anche gli altri sopportano per i miei diritti. Questa reciprocità nelle relazioni collegata ai diritti e ai doveri è un concetto nuovo per me. Per quanto riguarda poi il tema dell’ecologia integrale, credo che l’incontro di oggi sia stato molto interessante e da ripetere anche in altre scuole, oltre alla nostra. Ritengo, infatti, che il rispetto del nostro pianeta non vada imposto, perché, se così si facesse, verrebbe visto come un dovere di cui non si capirebbero i benefici per ogni singola persona. Al contrario, illustrando alle persone il problema nella maniera giusta, come è stato fatto oggi con noi, tutti comprenderebbero che la questione non solo è urgente, ma che anzi coinvolge anche tutti noi. Spesso infatti pensiamo all’ambiente come a qualcosa di astratto che è fuori da noi, invece oggi abbiamo capito che esso riguarda ciascuno di noi e che tutti siamo chiamati, nel nostro piccolo, a fare la nostra parte. Se anche altri ascoltassero il problema spiegato in questa maniera, credo sarebbero più inclini ad avere atteggiamenti di rispetto nei confronti delle risorse naturali, non tanto per un’imposizione esterna, bensì per una personale coscienza ecologica“.

Dello stesso avviso anche Francesco Sprecacè, anch’egli frequentante la classe 4°A RIM, il quale ha dichiarato: L’incontro per me è stato molto interessante e sinceramente credo che abbia coinvolto molto anche tanti altri miei compagni studenti. Il relatore ha saputo farci interessare all’argomento, facendoci esaminare alcune immagini. Siamo stati in grado di analizzarle tutte e con precisione: questo mi ha fatto capire che noi ragazzi abbiamo consapevolezza di quello che accade intorno a noi e che siamo abbastanza rispettosi della natura che ci circonda, forse anche più degli adulti. In genere facciamo la differenziata, utilizziamo i mezzi pubblici e abbiamo una discreta coscienza ecologica. Ho scoperto che alcuni di noi hanno anche partecipato alle iniziative legate ai Fridays For Future, ma soprattutto mi è piaciuto ragionare in grande! Abbiamo visto che quello che succede nel mondo è nostra responsabilità, nel bene e nel male. Sinceramente ci siamo sentiti importanti nel pensare a quanto le nostre singole scelte e quelle delle persone della nostra città possano incidere nel mondo e che possiamo combattere il cambiamento climatico cambiando i nostri comportamenti. Inoltre è stato interessante anche parlare delle grandi contraddizioni e dei grandi squilibri che ci sono in questo mondo. In particolare abbiamo visto una foto in cui, di fianco alle affollatissime favelas, c’erano i campi da tennis di alberghi di lusso frequentati da pochi ospiti. Un’immagine che era un po’ un pugno allo stomaco. È stato bello allora immaginare e disegnare il mondo che vorremmo, pulito, privo di disuguaglianze e discriminazioni, ricco di amore e pace“.

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