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Chi era la Dea Cupra? Il mistero continua

GROTTAMMARE – La chiesetta di San Martino a Grottammare è stata oggetto di dibattito per anni, oggi scivola nella dimenticanza storica oppure nel silenzio dei più, considerata una comune chiesetta un tempo di campagna.

Sito di scavo sul cadere del secolo XIX e poi ancora al principio del XX , ciò che sembrava scontato ossia che fosse stata sede del tempio primigenio della dea picena Cupra, non lo era più. Dagli anni ’90 un certo tipo di archeologia “da convegni” più che da scavo, ha promosso la tesi che l’importante sito fosse spostato più a nord, dove insiste la Civita di Marano, ossia i resti della città romana in altre parole l’odierna Cupra Marittima.  A nulla vale l’iscrizione murata su un pilastro della stessa chies di San Martino a Grottammare dove si attesta che nel 127 dopo Cristo l’imperatore Adriano restaurò a proprie spese il tempio ( evidentemente bisognoso di ristrutturazione ) della dea Cupra, tale iscrizione da fonti storiche è in loco testimoniata fin dal XVI secolo quindi probabilmente da sempre ossia dal suo rinvenimento e riutilizzo essendo stata utilizzata rivoltata come altare della chiesa cristiana.. come era in uso per senso di dominazione nei primi secoli del cristianesimo.

A nulla sono valsi i reperti romani ivi rinvenuti – parliamo sempre della chiesetta di San Martino a Grottammare – dal mezzo piede di statua colossale murato ora sulla facciata, al rocchio di colonna e ad altre vestigia precedenti alla nascita della chiesa cristiana in epoca romanica. A nulla sono valsi gli scritti di molti studiosi come Gamurrini, Dall’Osso, Geliè e molti altri..Per voler dimostrare che tutto il “pacchetto dea Cupra” provenisse da Marano si è data per certa una ipotesi.

Tale ipotesi configura il trasporto dei reperti sopracitati da Marano a Grottammare ( e dire che non si tratta proprio di reperti leggerini, ma dal peso di quintali..) in un’epoca in cui erano lontane dall’essere inventate le automobili e i furgoni, si è dovuto credere a questa ipotesi suggestiva e complicata dal realizzarsi, come se fosse un dato certo, dimostrato.

Non vogliamo addentrarci in una spinosa questione mai risolta, anche se c’è chi dice di si, lo ripetiamo: mai risolta.

Vorremmo invece cercare di comprendere chi fosse questa divinità pagana tanto dibattuta. Cupra, denominata anche “Cubrar” (nome umbro), “Ikiperu” (nome piceno), “Kypra o Supra”, è una divinità delle popolazioni italiche e proto italiche ossia degli umbri e dei piceni, una delle Grandi Madri italiche. È la “Dea Ctonia”, delle acque e della fecondità identificabile con la “Dea Uni” degli etruschi o con la “Dea Astarte”. I romani la videro invece come la propria Bona Dea. Secondo personalità storiche come Strabone verrebbe assimilata alla Era dei Tirreni, cioè a Giunone. A Giunone si ricollegava anche per alcuni aspetti di culto appunto legato alle acque, i culti idrici. Guarda caso a San Martino è resistito il culto millenario della Madonna del Latte e della fontana del Latte. Secondo la tradizione locale, una puerpera per avere la calata lattea, nei tempi antichi più che necessaria e indispensabile per la sopravvivenza del neonato – doveva pregare la Madonna del Latte nella chiesa di San Martino poi recarsi da sette famiglie e farsi dare da ognuna un pezzetto di pane, che avrebbe inzuppato nella fonte del latte presso la stessa chiesa e poi mangiato, per ottenere la calata lattea. Sappiamo che le devozioni popolari, pur apprezzabili per la fede e l’innocenza dei fedeli, il più delle volte derivano da culti pagani, finalizzati ai grandi drammi dell’umana esistenza: il perché della vita e della morte. Ovviamente il cristianesimo si è innestato nei precedenti culti, mutuandoli e direzionandone la fede verso Gesù Cristo.

Tornando alla dea Cupra, era una dea madre, che partorisce , da la vita e garantisce la fruttificazione del grano, quindi il pane, protettrice dell’antico popolo dei Piceni. Forse di origine orientale, collegata alla lavorazione del rame.

 

In foto: la mano indica il punto dove insiste la chiesa di San Martino a Grottammare. L’antico tempio primigenio della dea Cupra ? Sicuramente è la sede del culto idrico della Madonna del Latte.

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.