GROTTAMMARE – Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata ai giovani del territorio che credono nelle loro capacità e si mettono in gioco. Questa settimana abbiamo intervistato Davide Clementi, grottammarese, dottorando di ricerca in Diritto privato comparato, corso in Diritto e Innovazione presso l’Università degli Studi di Macerata, recentemente eletto nel Consiglio universitario nazionale.

Cosa significa per lei far parte del massimo organo di rappresentanza del sistema universitario in seno al Ministero dell’Università e della Ricerca?
Grande responsabilità nei confronti della categoria che rappresento, quella dei Dottorandi di ricerca, e dell’associazione di cui faccio parte, ovvero l’Adi Dottorandi e dottori di ricerca in Italia. Da ormai venticinque anni l’Adi si batte, dentro e fuori gli organi istituzionali, per il pieno riconoscimento del titolo di dottore di ricerca e la valorizzazione dei giovani ricercatori nelle università, nella pubblica amministrazione, nelle scuole e nelle imprese.

Lei è dottorando di ricerca in Diritto privato comparato presso l’Università di Macerata. Come mai questa scelta?
Mi sono avvicinato al Diritto comparato e in particolar modo alla comparazione con la Cina, grazie al corso di Diritto cinese tenuto all’Università dal professore Federico Roberto Antonelli. Eravamo in piena pandemia e il corso era stato appena istituito: l’incontro col Diritto cinese, e più in generale col suo sistema di regole comportamentali e di leggi, è stato quasi un passaggio necessario per comprendere al meglio, dalla prospettiva di un giurista in formazione, un Paese spesso sulla bocca di tutti quale appunto la Cina. La comparazione giuridica, inoltre, aiuta a fornire gli strumenti necessari per apprezzare le analogie e le differenze che ci sono fra vari ordinamenti, a scoprire senza preconcetti e pregiudizi come funzionano i sistemi altrui.

Qual è stato il suo percorso di studi fino ad oggi?
Dopo essermi diplomato al liceo Classico “Giacomo Leopardi” di San Benedetto del Tronto, mi sono iscritto alla Laurea magistrale in Giurisprudenza presso il Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Macerata. Lo voglio dire a scanso di equivoci: non un percorso facile. A seguito della laurea nel luglio del 2021, ho poi vinto a novembre dello stesso anno il concorso per il Dottorato di ricerca in Diritto privato comparato con un progetto riguardante il rapporto tra diritto e nuove tecnologie nel campo dei settori creativi italiani e il loro confronto con i mercati dei Paesi asiatici, in particolar modo quello indiano e cinese.

In futuro quale lavoro le piacerebbe svolgere?
In futuro mi piacerebbe continuare a fare ricerca a livello universitario nel campo della comparazione giuridica e del diritto cinese, sia in Italia che all’estero

Lei è originario di Grottammare. I suoi studi la portano spesso lontano dalla sua città?
Sono spesso lontano da Grottammare, dalla mia famiglia e dagli amici di una vita. Nell’ultimo anno, anche complice la campagna elettorale per la mia elezione al Consiglio nazionale degli studenti universitari, nell’arco  di due mesi sono stato a Lecce, Bari, Napoli, Salerno, Milano, Firenze, Pisa e Roma e, ovviamente, a Macerata. In più, le conferenze internazionali a cui ho partecipato mi hanno portato a Bucarest e Copenhagen.

Il rettore dell’Università di Macerata, John McCourt subito dopo la sua nomina ha detto: “L’elezione di Davide ci fa veramente un grande piacere. E’ importante essere presente nel Consiglio Universitario Nazionale CUN, un organo centrale e propositivo del Ministero dell’Università e della Ricerca. L’elezione (al primo posto) è un bel risultato personale per lui e un ottimo segnale per la nostra scuola di dottorato e per l’intero Ateneo. Clementi saprà rappresentare tutti i dottorandi nazionali al CUN ma anche farsi portavoce di UniMC”.
Subito dopo la nomina ho avuto modo di sentire il Rettore di Unimc, John Francis McCourt, con il quale ho avuto sin da primi giorni della sua elezione uno scambio proficuo. Far parte di un ateneo piccolo, ma con una grande storia alle sue spalle, dà un valore aggiunto a questo traguardo: è arrivato il momento di ricostruire una comunità a Macerata, una città fiaccata dal terremoto, ma che ha dentro di sé e nell’Università, le energie per poter rimettersi in piedi. Aver sentito il sostegno da parte del corpo dei docenti, degli studenti e, soprattutto, dei miei colleghi dottorandi lungo tutto questo percorso, è stato certamente un segno di un riscoperto dialogo fra le varie componenti dell’ateneo maceratese.

Oggi c’è un’alta percentuale di giovani che decide di abbandonare gli studi. Lei cosa si sente di dire loro?
Purtroppo, molti di coloro che si apprestano a terminare la scuola superiore non riescono neanche ad avvicinarsi agli studi universitari nel nostro Paese: l’Italia è il penultimo Paese in Europa per numero di laureati, e ho il timore che l’inflazione che stiamo sperimentando allontanerà sempre più giovani dagli studi universitari. In più, la scarsa valorizzazione dei giovani, dei loro talenti, unita a una iper-competitività esacerbata da una retorica del merito stantia e tossica, non solo sta allontanando i giovani dagli studi, ma li sta pure spingendo a gesti estremi. Abbiamo tutti il compito, l’imperativo morale, di rispondere alle fragilità di questi giovani, di rifondare un sistema universitario, ma oserei allargare lo sguardo anche al mondo del lavoro, che, salvo rare eccezioni, non mette la persona al centro. Quello che mi sento di dire ai neodiplomati o ai neolaureati, da neolaureato anch’io, è: “Sbagliate, riprovate, senza sentirvi giudicati”.

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