(Foto Ugcc)

Una missione umanitaria della Caritas dell’Esarcato di Kharkiv è stata colpita martedì 24 gennaio da colpi di artiglieria nel villaggio di Lyptsi e nell’attacco sono rimasti feriti padre Vitaly Zubak e suor Daria Panast della Congregazione delle suore di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria. Attualmente si trovano in ospedale. È la Chiesa greco-cattolica ucraina a farlo sapere. “Abbiamo ricevuto notizie dolorose dalla nostra regione di Kharkiv”, racconta nel suo videomessaggio quotidiano l’arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini Sviatoslav Shevchuk. “Come ha riferito il nostro vescovo esarca di Kharkiv, la missione umanitaria della Caritas dell’Esarcato di Kharkiv stava portando aiuti umanitari nelle nostre città e villaggi appena liberati, in particolare nel villaggio di Lyptsi, dove è finita sotto il fuoco dell’artiglieria nemica. I russi hanno deliberatamente sparato contro una missione umanitaria. Il nostro padre Vitaly Zubak e suor Daria, purtroppo, sono stati feriti e si trovano in ospedale. Chiedo a tutti di pregare per la loro salute. A costo della propria vita i nostri padri e le nostre sorelle, i nostri volontari stanno cercando di salvare coloro che ogni giorno si ritrovano sotto il fuoco nemico, per aiutare chi è diventato vittima di questa guerra e cui vita è stata rovinata dall’occupante russo”. Ai media locali, padre Vitaly che era alla guida del veicolo, racconta che avevano appena superato l’ultimo posto di blocco per entrare nel villaggio di Lyptsi, quando “c’è stata un’esplosione”. “Siamo saltati fuori dall’auto”, racconta. Poi sono stati trascinati in un seminterrato, fasciati e portati a Borshkova, dove è stata chiamata un’ambulanza che ha portato i due feriti in ospedale. Il sacerdote è stato ferito alla mano e alla testa ed ha una prognosi di tre settimane. Suor Daria, 46 anni, psicologa, racconta che si stava recando per la prima volta a Lyptsi per raccogliere adesioni a consulenze psicologiche per persone in situazioni di crisi. Durante il bombardamento, era seduta sul sedile anteriore accanto all’autista. “Ho sentito un forte rumore e un forte colpo al braccio, e il mio stomaco ha iniziato a bruciare”. Per fortuna nessun organo vitale è stato colpito. “Nonostante queste tragiche circostanze – dice Shevchuk -, ringraziamo Dio e le Forze Armate dell’Ucraina per ogni giorno che abbiamo da vivere, e per la possibilità di lavorare e di pregare. Oggi vogliamo che il mondo intero senta di nuovo che l’Ucraina resiste. L’Ucraina combatte. L’Ucraina prega”.

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