Paolo Morocutti
Nel contesto sociale che stiamo vivendo, ciò che sembra maggiormente urgente è comunicare la fede, questo compito prioritario è spesso definito dal linguaggio del Magistero della Chiesa con il termine “nuova evangelizzazione”. L’uso di questo termine, tuttavia, ha creato visioni e valutazioni molto diverse anche all’interno della Chiesa, per alcuni la parola “nuova” viene vista come annuncio di una novità di gioia e speranza, nella prospettiva della Gaudium et spes. Per altri potrebbe essere un termine ambiguo, quasi a indicare che il messaggio da portare sia qualcosa di nuovo rispetto al Vangelo, unico messaggio del cristianesimo. Va quindi chiarito che “nuova evangelizzazione” non porta novità in senso di contenuto, in quanto il contenuto dell’evangelizzazione è il Vangelo stesso. Tutti i fedeli sono invitati ad un profondo rinnovamento interiore perché possano giungere alla piena coscienza della loro responsabilità nella diffusione del messaggio di Cristo, e facciano la loro parte nell’opera missionaria tra le genti. Nel magistero della Chiesa il termine evangelizzazione è sempre stato usato nell’accezione di missione, Paolo VI ha favorito questa visione in quanto riteneva che la missione fosse l’identità stessa della Chiesa e la vedeva come mezzo per ricucire lo strappo che si era creato tra il Vangelo e la cultura moderna. Egli riteneva che l’evangelizzazione consistesse nell’inserire il Vangelo nella cultura attraverso, soprattutto la testimonianza vissuta, era questa per lui l’inculturazione nel mondo moderno. Anche Giovanni Paolo II utilizzò questo termine durante la sua visita a Port-au-Prince nel 1983 e parlò della necessità di una “nuova evangelizzazione”. Per non creare confusione, quindi, vanno distinti i due termini evangelizzazione e nuova evangelizzazione. Per evangelizzazione intendiamo il primo annuncio del Vangelo in culture dove non è mai arrivato, il secondo è un rinnovato annuncio in società in cui il cristianesimo è stato o è presente ma che hanno subito un processo di forte secolarizzazione in cui è avvenuto uno sradicamento sistematico della fede e dei suoi contenuti. Questa “nuova evangelizzazione” è quindi il tentativo di contestualizzare il Vangelo nel nostro tempo, di rendere attuale e comprensibile il messaggio cristiano. La necessità è quella di evangelizzare o rievangelizzare, portando un messaggio di senso in una società che fa fatica a riflettere sulle questioni fondamentali dell’uomo. La Nuova Evangelizzazione, dunque, non è un processo all’evangelizzazione precedente, come se questa non fosse stata valida. Si tratta invece di affrontare le nuove sfide sorte dalle trasformazioni culturali che esprimono una nuova epoca dell’umanità. Si tratta di una nuova necessità, ossia, di una nuova espressione dello spirito missionario sempre presente nella Chiesa.