SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo essere stato presentato a Terra Madre nello spazio della Regione Marche, il progetto educativo Olio pane orto elaborato da Antonio Attorre e sostenuto da Slow Food Marche entra nel vivo con un primo appuntamento regionale che la condotta di San Benedetto del Tronto-Valdaso e Libri Eventi, con la piena condivisione dell’Istituto Alberghiero Buscemi di San Benedetto del Tronto, hanno ampiamente sostenuto.
Un progetto che cerca di essere all’altezza dei tempi non facili che stiamo vivendo, che sappia interpretare con la giusta profondità la recente introduzione della tutela della biodiversità nell’articolo 9 della Costituzione e l’aggiornamento sul valore della dieta mediterranea comprendente gli aspetti sociali e relazionali accanto a quelli nutrizionali.

L’attenzione, sempre più ineludibile, all’ambiente e alla sostenibilità, cui si sono aggiunte emergenze sanitarie e socio-economiche, anche legate al contesto internazionale e ai nuovi conflitti,
impongono una consapevolezza e una coerenza di pratiche nei vari ambiti della produzione agricola, della ristorazione, del consumo, pratiche per le quali appare salutare una riflessione

Per una sensibilizzazione sul valore dell’olio extravergine d’oliva, emblematico della biodiversità vegetale-alimentare marchigiana, ma più in generale per proporre un approccio culturale alla gastronomia, l’ospitalità, il turismo e un supporto formativo per studenti, operatori professionali, appassionati, è stato pensato questo progetto educativo che coinvolga le scuole, a partire dagli Istituti Alberghieri.

L’Istituto Alberghiero di San Benedetto, la cui Dirigente Manuela Germani, ha  aderito allo spirito del progetto, ospiterà la presentazione, il 18 novembre alle ore 18, del manifesto Olio, pane, orto e del libro Il Mondo dell’olio, di Attorre, Soracco, Ricci, edito da Slow Food, e Slow Food San Benedetto del Tronto-Valdaso.

Dal  Manifesto Olio, pane, orto  (in sintesi)
Negli ultimi venti anni l’attenzione all’alimentazione nei suoi vari aspetti è indubbiamente cresciuta favorendo una migliore consapevolezza e una maggiore diffusione di produzioni agroalimentari di qualità. Tuttavia la spettacolarizzazione a volte esasperata, una comunicazione spesso avvezza allo storytelling ossessivo e futile aggiungono confusione in un contesto nel quale restano costanti i danni prodotti dall’industria alimentare (alimenti trattati e precotti, uso massiccio della chimica, riduzione della varietà biologica e così via) e non è d’altra parte d’aiuto, per migliorare il nostro rapporto con il cibo, quel nutrizionismo che tende a scomporre il cibo nei suoi elementi nutrizionali trascurandone storia, concreta qualità, rapporto con i nostri desideri.

Nelle nostre scelte quotidiane ci troviamo così ad assecondare stili alimentari suggeriti da mode (magari aggiornate su sfondi green e glamour) e da grandi apparati comunicativi industriali (anche loro ovviamente aggiornati e al passo con i tempi) senza riuscire a sviluppare una concreta consapevolezza delle nostre scelte alimentari quotidiane, in casa e fuori.

Le mode gastronomiche inseguono la stucchevole ricerca dello sbalorditivo che si manifesta prima nelle parole e poi nel piatto, nell’insensatezza di quei menù degustazione che diventano un’accozzaglia di sapori senza un percorso armonico, nella presunta creatività che pretenderebbe per sé lo status artistico ignorando biologia e fisiologia.

Se c’è una cosa che dovremmo aver capito è che mangiare è sempre un fatto culturale che qualifica il nostro rapporto con la biologia. Per questo deve essere libero dalle ottusità nutrizioniste e cercare sempre armonia tra piacere e salute, diffidare delle sofisticazioni industriali ma anche delle astruserie gastronomiche per infinocchiare gli ingenui. “Mangiare è un atto agricolo”, parola d’ordine di Wendell Berry fatta propria da Carlo Petrini e Slow Food, “Buono, pulito e giusto” sono slogan che contengono questa consapevolezza.

Il senso ultimo del termine slow è soprattutto quello dell’attenzione, della riflessione critica e del rifiuto delle false narrazioni, alle quali mi sembra giusto contrapporre semplici pratiche di consapevolezza etica ed estetica, e di distinzione, come diceva Italo Calvino, del frumento dalla zizzania: nella vita, a partire dalla tavola.

Saranno presenti i produttori Aleandri Tiziano del Frantoio Biofattoria Aleandri di Offida e Paolo Laureati dell’Azienda Selva Giurata di San Benedetto del Tronto.

Seguirà una presentazione e degustazione dei prodotti della Comunità Slow Food di Favalanciata, insieme a Matteo Mattei, con il pane Senatore Cappelli di Forno Antico, e un calice di vino dell’Azienda Velenosi .

Ingresso libero, su prenotazione: Alessia 348 3350719 Antonio 345 4410590

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *