CUPRA MARITTIMA – Celeste Montenovo di Cupra Marittima, classe 1999, diventa Alfiere della Repubblica nel 2019 con la seguente motivazione: “Partecipa con impegno alle attività di diverse associazioni benefiche mostrando attenzione e sensibilità verso chi vive in condizioni di difficoltà. Si è distinta nell’azione di volontariato presso l’Unione ciechi di Ascoli Piceno e ha dedicato alle problematiche dei non vedenti la tesina finale del suo percorso di studi”.

Quando ha iniziato ad avvicinarsi a questa importante realtà?

Ho frequentato l’istituto superiore professionale indirizzo Ottico presso IIS Fermi-Sacconi-Ceci: nel corso di questi anni, oltre a studiare, mi è stata data la possibilità di crescere ulteriormente e concludere delle esperienze di vita meravigliose avvicinandomi all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Ascoli Piceno.

Lei attualmente è iscritta al V anno della facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Teramo. Quali sono i suoi passatempi preferiti e le tue passioni

Purtroppo tra studio, famiglia e vari eventi ai quali ho l’onore di partecipare, mi resta poco tempo libero, ma appena posso amo passeggiare sulla spiaggia cogliendo l’occasione per riflettere, riposare oppure studiare. Adoro leggere, credo che i libri possano, talvolta, essere interpretati come degli specchi dove ognuno può riflettere e magari migliorare osservandosi da un’altra prospettiva. Un buon libro può cambiare l’umore, oltre ad essere un passatempo perfetto per salvarci dai pensieri oppure dalle paure quotidiane; questo aspetto ho avuto l’occasione di testarlo più volte anche durante il lockdown. Sono una persona molto dinamica, che ama ascoltare gli altri e allo stesso tempo comunicare, soprattutto cerco sempre di rendermi utile.

Alfieri della Repubblica, cosa ha rappresentato per lei questo riconoscimento e quale ricordo, in particolare, conserva dell’incontro con Mattarella?
Sono stata insignita del titolo d’onore Alfiere della Repubblica il 13 marzo del 2019 ed ancora oggi mi tremano le mani pensando a quei momenti. Ricordo quel giorno al Quirinale, mentre aspettavo l’inizio della cerimonia, mi sono chiesta più volte se stessi sognando. Aver ricevuto questo titolo mi ha cambiata molto, dandomi la possibilità di conoscere numerose persone alle quali poi mi sono affezionata; mi sostengono a fare sempre di più e soprattutto a non mollare. Quello che è accaduto a me è la conferma che l’impegno e la determinazione, prima o poi premiano; spesso noi giovani lo dimentichiamo. Quella giornata la terrò per sempre custodita nel mio cuore, ne ricordo ogni minimo dettaglio. Il Presidente della Repubblica, onorevole Sergio Mattarella, che in seguito ho avuto modo di incontrare anche in altre occasioni, dedicò a noi giovani delle parole molto emozionanti. Ciò che mi ha toccato maggiormente, oltre alla sua immensa semplicità, è stato il suo discorso dove colse l’occasione per ringraziarci per quanto fatto spronandoci a dare sempre il massimo. I miei genitori insieme all’allora dirigente dell’IIS ,Patrizia Palanca e al vicepreside, erano presenti al cerimoniale. A tutti loro, devo molto.

I suoi genitori in qualche modo hanno influito, anche positivamente, nelle sue scelte?
I miei genitori mi hanno sempre messo in guardia dalle difficoltà, sostenendomi ma allo stesso tempo lasciandomi libera di agire. Questo per me è stato fondamentale, mi ha reso indipendente e determinata. Mi ritengo una persona fortunata nell’avere tante persone sulle quali poter contare. La preside è stata fondamentale nel mio percorso, ancora oggi ricordo il suo entusiasmo quando le comunicai le mie idee per la tesi finale dedicata al presidente dell’UICI.

Quale lavoro le piacerebbe fare?
Ho scelto di studiare giurisprudenza perché visti i miei interessi, credo sia la scelta più idonea affinché possa coniugare la passione che ho nello studio della legge, soprattutto come simbolo di forza e neutralità, alla voglia di aiutare gli altri, specialmente i più deboli.

Tanti giovani psicologicamente stanno ancora subendo le conseguenze del lockdown. Lei come ha affrontato questo periodo?
Il lockdown è stato un periodo molto difficile per tutti noi, è innegabile. Purtroppo ogni giorno ho modo di leggere o ascoltare le difficoltà che provano alcuni miei coetanei, ma non solo, nel tornare a vivere la vita come prima dell’emergenza. Il ritorno alla normalità spaventa ancora molto. Ho cercato di attraversare quei giorni tenendomi impegnata, nel limite del possibile: alternavo giorni negativi ad altri in cui mi svegliavo con la speranza che prima o poi tutto sarebbe andato per il meglio. Spero che tutti possano pian piano superare gli ostacoli e tornare a sorridere.

Quale messaggio vuole mandare alle nuove generazioni?
Vorrei chiedere loro di non smettere mai di credere in loro stessi, di combattere per le loro emozioni, per i loro interessi e per i loro obiettivi. Ciò che spaventa maggiormente quando si è di fronte a delle nuove occasioni o esperienze è la paura che qualcosa possa andare storto, ma soprattutto la paura di non farcela. Nel mio piccolo ho utilizzato le mie paure trasformandole in punti di forza, superando le difficoltà e i “no” senza mai smettere di credere in me stessa e nelle mie capacità.

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1 commento

  • Rosanna
    11/11/2022 alle 12:31

    Brava Celeste hai dimostrato la tua saggezza

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