MONTEPRANDONE – “E’ stata una grande emozione trovarsi nella stanza con il presidente della Repubblica. Quando mi sono avvicinata a lui non appena è stato fatto il mio nome, si è complimentato con me. I suoi occhi brillavano, era evidente quanto fosse orgoglioso di noi ragazze e ragazzi che in qualche modo rappresentiamo il futuro della nostra nazione». Non riesce a nascondere l’emozione Angelica Quinzi quando ricorda il giorno della cerimonia che si è tenuta al Quirinale, lo scorso anno, in occasione del conferimento delle onorificenze ai venticinque Cavalieri del Lavoro. Diplomata con lode al liceo scientifico Rosetti, è stata insignita del premio “Alfieri del Lavoro”. La studentessa, classe 2002, che vive a Monteprandone, frequenta il secondo anno di laurea triennale in Scienze internazionali e diplomatiche presso l’università di Trieste.

Che ricorda del giorno in cui ha ritirato il riconoscimento per mano del presidente Sergio Mattarella?
Ricorderò per sempre l’emozione sopraggiunta al momento degli ultimi passi compiuti prima di salire al fianco di Mattarella e gli occhi emozionati e fieri del presidente.

Cosa ha rappresentato per lei quel momento?
Sicuramente mi ha permesso di percepire la vicinanza dello Stato: non un’entità lontana e astratta, ma un qualcosa di concreto che sostiene noi giovani e ci tende la mano per accompagnarci verso il nostro futuro

Un evento che ha commosso anche i suoi genitori, fieri ed entusiasti dei risultati raggiunti da lei. Suo padre e sua madre hanno influito nelle sue scelte?
Senza dubbio mio padre e mia madre hanno sempre avuto un ruolo determinante nelle scelte che ho compiuto. Quando era il momento di decidere mi hanno sempre spinto e spronato a riflettere e valutare tutti gli elementi presenti, senza però interferire nella mia scelta finale, ma lasciandomi piena libertà decisionale.

Quando non è tra i libri a studiare cosa le piace fare?
Sono una persona che ama cambiare hobby molto frequentemente, sia perché vorrei imparare più cose possibili, sia perché la monotonia mi stanca. Pertanto la mia passione stabile è l’arte, che definirei una vera e propria esigenza: adoro sia osservare l’arte magari visitando gallerie oppure andando al cinema, ma anche riprodurla attivamente, ad esempio nell’ultimo anno ho sviluppato una grande passione per la fotografia

Che lavoro le piacerebbe svolgere?
Mi piacerebbe lavorare nell’ambito degli affari esteri per essere a contatto con la realtà circostanze e viverla pienamente. E soprattutto avere la possibilità di fare qualche cosa per non rimanere indifferente verso ciò che ci circonda.

Con il lockdown è aumentato il malessere tra i giovani? Lei come ha vissuto il periodo delle restrizioni e quale consiglio si sente di mandare ai suoi coetanei?
In realtà ho vissuto il lockdown in maniera estremamente positiva, tanto da poter affermare che la quarantena della primavera 2020 sia stata uno dei momenti più belli della mia vita. Lo stop forzato infatti mi ha permesso di uscire dall’automatismo ciclico delle mie giornate e di riprendere il controllo di me stessa; mi ha permesso di fermarmi e capire ciò che realmente sono e che mi rende davvero felice. Data l’importanza che per me ha rappresentato questo avvenimento, consiglio vivamente di intraprendere un viaggio dentro se stessi per capire cosa si è davvero, abbracciando tutto ciò che si sente di voler essere, diventare ed imparare. Consiglio di aprirsi a nuovi interessi e fare tutto ciò che si desidera, lasciando da parte il timore che si nutre per tutto ciò che è ignoto.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *