Matilde Menicozzi

GROTTAMMARE – “Sarei felice se queste pagine aiutassero le donne ad avere una maggiore consapevolezza di sé, del loro valore e forza”. A parlare è Matilde Menicozzi, autrice e pittrice grottammarese di grande sensibilità artistica ed umana, già assessore al Comune di Grottammare e dirigente alla Provincia di Ascoli Piceno che racconta cosa l’abbia spinta a scrivere “La Strologa tra storia e leggenda” pubblicato da Lìbrati.

In questo testo è riportata la biografia di Erminia Zwiebler. Che significato ha per lei questa figura femminile?
Quando casualmente ho scoperto che Erminia Zwiebler, detta la Strologa, dipingeva, mi sono ricordata di averle fatto un ritratto. Sentendo una sorta di affinità elettiva ho deciso di scrivere di lei e mi sono messa alla ricerca di notizie partendo solo dal suo nome. Una serie di fortuite coincidenze mi hanno permesso di conoscere una donna straordinaria. Nata a Vienna nel 1888, laureata in astronomia, vissuta prima in India e poi a Fiume è arrivata a Grottammare nel 1946 dove è morta nel 1974. Così ho pubblicato con la casa editrice Lìbrati una sua biografia, oggi giunta alla terza edizione, dal titolo “Erminia Zwiebler la Strologa tra storia e leggenda”. Sempre con la casa editrice Lìbrati ho pubblicato il romanzo “La Strologa” che ha vinto molti premi e in particolare mi sono classificata prima al premio internazionale “Dostoevskij”. Dunque ho voluto raccontare di questa donna perché non era stata apprezzata per il suo giusto valore.

Che valore ha questo testo, soprattutto in un momento in cui le donne, in particolare in determinati Paesi, lottano ancora per rivendicare i propri diritti?
Ritengo che sia importante raccontare di storie al femminile per dare un riconoscimento a tutte le donne che sono state dimenticate. Sento un filo ideale che mi lega a quelle vissute prima di me e a quelle che verranno dopo. E’ un filo che ci unisce da secoli in una battaglia comune e che parla di reale: parità fra i sessi. Qui non si tratta di occupare i ruoli e gli spazi maschili, ma di mettere le specificità del mondo femminile dentro l’attuale società. La storia fino ad oggi è stata raccontata dagli uomini e si è basata sulle guerre e sull’economia. Le donne devono iniziare a parlare di loro e avere un giusto riconoscimento nella vita sociale, culturale e politica del nostro Paese. Per questo ho scritto di Erminia Zwiebler per valorizzare questa donna che era una studiosa, parlava cinque lingue, dipingeva e aveva creato il Centro Astronomico Vulcano, eppure veniva considerata solo una strega.

Quanto c’è di lei in questo libro?
Per me scrivere di lei ha avuto un significato profondo e ancestrale anche perché ho vissuto singolari coincidenze che di volta in volta mi indicavano la strada da intraprendere. Una storia, la sua, dentro un’altra storia, infatti ho raccontato anche, nella biografia, quello che mi è capitato durante il lavoro di studio e di ricerca su di lei. Il romanzo, invece, parla di una giovane donna, Sarah, lontana da se stessa e dalle sue emozioni. Attraverso il ricordo della Strologa riprenderà in mano la sua vita. E’ una storia di riscatto al femminile. Credo che nello scrivere così come nel dipingere, c’è sempre una parte di sé che si tira fuori.

Quale messaggio vorrebbe mandare alle donne attraverso queste pagine?
Sarei felice se questi libri aiutassero le donne ad avere una maggiore consapevolezza di sé, del loro valore e forza. Per questo ho deciso di scrivere un’altra storia: la mia. Una sorta di autobiografia dove racconto le mie difficoltà, ad esempio, quando ho ricoperto il ruolo di primo assessore donna al Comune di Grottammare. Sono convinta che raccontarci gli uni con gli altri sia il modo migliore di vivere e di crescere.

 

 

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