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Ripatransone, Mons. Gestori: “Le opere di carità permettono di vedere Gesù risorto”

RIPATRANSONE – Domenica 24 Aprile, il vescovo emerito della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto Marche, Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori, ha presieduto presso il Duomo di Ripatransone la Santa Messa in occasione dell’Ottava di Pasqua in cui si celebra anche l’anniversario dell’arrivo della Madonna di Loreto che è chiamata anche Madonna di san Giovanni.
Nell’omelia Monsignor Gestori ha detto: “Siamo alla sera di Pasqua, Gesù è risorto al mattino. Improvvisamente va dai suoi discepoli chiusi in casa per paura e li saluta: “Pace a voi”. Non è solo un saluto, nemmeno solo un augurio, ma è un dono, è il dono di Cristo risorto ai suoi discepoli. Questa pace è il frutto della sua Passione, è dono del suo amore, della vittoria sul male, è frutto del perdono. È la sua pace, non come quella del mondo.

Non è la pace delle armi che tacciono, ma la pace del cuore, che mette a tacere anche le armi. La Chiesa è mandata nel mondo per trasmettere questa pace, la pace dei cuori, il perdono, frutto dell’amore del Signore. Questa missione della Chiesa non è facile, ma può compierla perché Gesù dona ai suoi apostoli anche lo Spirito Santo, cioè la forza spirituale per compiere questo: “Ricevete lo Spirito Santo”, per donare pace, la remissione di peccati, pace ai cuori. Otto giorni dopo, come oggi, ricompare Gesù e questa volta è presente anche Tommaso, l’apostolo testardo. Non aveva voluto credere che Gesù fosse apparso. Adesso la sua testardaggine viene premiata: è invitato a mettere il dito nelle mani e la mano nel costato, e questo gesto serve a lui, ma anche a noi, perché possiamo dire: “Sì, è vero, è risorto”. Tommaso è il primo discepolo che riconosce la divinità di Gesù e la chiama: “Mio Signore e mio Dio”. Tommaso arriva alla fede mediante la sua testardaggine. Come si arriva a credere? Oggi ci sono tanti modi: la famiglia, la parrocchia. Maria Maddalena arriva alla fede mediante le lacrime: “Donna perché piangi?” Anche oggi le lacrime sono gli occhiali che permettono di vedere Gesù risorto, cioè la sofferenza, l’amore, fanno vedere il Signore. Quanta sofferenza c’è. Pensiamo alla guerra in atto. Ma pensiamo anche a quante opere di misericordia esistono (purtroppo accanto a tanto male). Le opere di carità permettono di vedere Gesù risorto, che ancora opera e fa del bene. “Beati quelli che senza aver visto, crederanno”. Questa è la domenica della Divina misericordia. Le opere di misericordia, gli atti di carità, i gesti di perdono, ci parlano del Signore risorto che ancora agisce in mezzo a noi ed è possibile riconoscerlo presente ed operante”.

Al termine della celebrazione Mons. Gestori ha benedetto il “Cavallo di fuoco”.

Patrizia Neroni: