GROTTAMMARE – Sacrestani, signore che si occupano della pulizia e dell’ordine delle chiese e i ragazzi del gruppo dei ministranti sanno bene che negli armadi delle sacrestie si trovano i paramenti liturgici in quattro diversi colori verde, viola, bianco e rosso,  che i sacerdoti indossano a seconda del tempo che la Chiesa sta vivendo. Nella sacrestia della parrocchia Gran Madre di Dio, oltre alle citate e tradizionali casule, ve ne è una un po’ particolare. Si tratta di una casula di colore bianco sulla quale sono impresse le impronte delle mani dei bambini della parrocchia. Si tratta di un dono fatto a Don Roberto Melone da parte della comunità.

«Qualche anno fa – racconta il parroco – durante la giornata con la quale abbiamo dato inizio all’anno catechistico, sono state previste varie attività, alcuni giochi e un momento di preghiera. Fra le tante iniziative c’è stata appunto la realizzazione di questa casula da parte di tutti i bambini che quell’anno avrebbero preso parte alle proposte educative della nostra parrocchia».

Grazie alla creatività dei suoi piccoli parrocchiani e alla guida dei loro catechisti, i bambini hanno ridato vita a un paramento che era caduto in disuso. «Si tratta – spiega don Roberto – di un paramento dismesso che i ragazzi hanno colorato con l’impronta delle loro mani come segno di appartenenza, di comunione e di unità nella diversità. Il giorno dopo, ho indossato la casula durante la Santa Messa ed è stato un bel segno celebrare per la comunità con una veste realizzata dalla comunità stessa».

Un gesto che nella sua semplicità rimanda a un passato bello e genuino, quando le chiese, le loro opere d’arte  e le loro suppellettili non erano il prodotto di specialisti del settore, ma, spesso e volentieri, opera di un popolo che sentiva come sua casa il tempio di Dio e per questo motivo provvedeva ad abbellirlo come meglio poteva.

È proprio in questo modo che le nostre chiese si sono arricchite di uno straordinario patrimonio artistico e culturale, di opere più o meno pregevoli, ma sempre frutto di una fede sincera. E così quei bambini, che oggi sono cresciuti, hanno consegnato alla propria comunità una veste che Don Roberto continua con piacere a indossare: «Ancora oggi mi capita di indossare la casula durante le celebrazioni particolarmente rivolte ai bambini, ai ragazzi che frequentano il catechismo o agli scout, in maniera tale da poter evidenziare i colori che danno uno slancio immediato, gioioso e festoso alle celebrazioni stesse».

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