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Rubrica “Pausa caffè”, tartarughe, gli esemplari in detenzione privata vanno denunciati alla Forestale

Rieccoci con “Pausa Caffè” a parlare delle nostre amatissime testuggini.

A tal proposito non possiamo non riflettere sull’incendio devastante occorso in Sardegna in questi giorni, che oltre ad avere causato danni ingenti alle persone, ha ucciso tantissimi animali sia allevati, che selvatici. Tra questi ultimi purtroppo una devastazione di testuggini marginata sarda morte bruciate nei boschi mediterranei sardi.

In foto abbiamo proprio voluto esprimere la nostra solidarietà alla Sardegna con una baby di Marginata Sarda, che sia simbolo di rinascita e di un nuovo rispetto nei confronti dell’ambiente della bellissima e aspra Sardegna. Se questi incendi siano stati dolosi ci auguriamo che la Giustizia faccia il suo corso punendo gravemente i responsabili di tanto scempio.

Torniamo a noi: stavamo giusto parlando delle baby -tartarughe di terra…per loro affrontare il primo pur necessario letargo, se le temperature si abbassano troppo può essere causa di morte. Il letargo purtroppo è rischioso, ma devono affrontarlo .

Oggi in natura ce ne sono poche  di “wild”, ossia esemplari selvatici.. minacciate da incendi boschivi, come quello Sardo appunto – coltivazioni intensive con diserbanti che avvelenano il terreno e oggi purtroppo anche i cinghiali costituiscono una loro grave minaccia.

Esistono vari allevamenti autorizzati, con incubatrici, terrari, lampade riscaldanti e quant’altro. Gli esemplari in detenzione privata vanno denunciati alla Forestale e devono avere un microchip.

Qualche curiosità: spesso in passato le “riportavano” i naviganti a casa finito il viaggio. Di tartarughe ce n’erano tante stipate nelle stive delle navi, purtroppo per ..fini …alimentari. In passato questi poveri animali venivano considerati una riserva di carne fresca quando i viveri scarseggiavano in mezzo al mare, a bordo. Venivano consumati anche nei venerdì di Quaresima, in quanto, ahimè- uniche carni consentite (..).

I naviganti fin dall’ epoca greca e romana quando sbarcavano sulle isole per liberare le stive e riempirle con nuove riserve alimentari fresche, rilasciavano in natura le tartarughe rimaste, ormai magrissime dopo mesi di viaggio.. sembra che da tempo immemorabile siano arrivate in questo modo le Tartarughe Marginata originarie della Grecia e del Peloponneso, fino in Sardegna, diventando oggi una peculiarità , le famose Tartarughe Marginata Sarda , dalle dimensioni più grandi fra tutte le testuggini non solo mediterranee ma europee  ( 35-40 cm. eccezionalmente). Questa tartaruga ha un particolare gonnellino, soprattutto il maschio, come un volant corneo sul carapace ed è molto scura, sembra quasi un elmetto verdone appiattito.

Quella più italiana tipica però è la Testudo Hermanni Hermanni, la classica giallo/nera.. una sua sottospecie è la Testudo Hermanni Boettgeri, invece di origine balcanica, più giallastra, proveniente dalla Croazia, Grecia, Albania, anche detta “nord-adriatica”.

Senza dilungarci troppo, oggi le tartarughe costituiscono un mondo, fatto di appassionati. Pur essendo rettili, interagiscono con il proprietario, ne riconoscono la voce, manifestano il proprio benessere socchiudendo gli occhi e lasciandosi accarezzare sotto il collo, ossia conoscendo il proprietario, non scatta in loro l’istinto della paura  e non si ritirano.

Il non ritrarsi dentro il guscio è sintomo di fiducia nell’essere umano, di tranquillità, perché la tartaruga è un animale timoroso e schivo, non si dimentichi che è un animale selvatico, che in natura si nasconde tra le macchie di sole nel fitto delle sterpaglie dei boschi ed è quasi impossibile scovarla.

Molti sono i suoi cibi preferiti ma contrariamente a quanto si pensi, l’insalata non va data sempre, perché poco nutriente.. la nostra tartaruga di terra dovrebbe essere nutrita con erbe spontanee come in natura: malva, trifoglio, piantaggine, tarassaco, crespigno, dicondra, ortica, parte carnosa di alcune piante grasse e foglie di vite. Una-due volte al mese può essere somministrata frutta, l’anguria un pochino più spesso, essendo molto acquosa. Le tartarughe gradiscono anche alcuni tipi di fiori, che  per loro rappresentano leccornie: come l’hybiscus, i petali di rose ed altri. Non deve mai mancare acqua in un sottovaso interrato e un buon osso di seppia da rosicchiare per irrobustire il carapace ( calcio) o gusci di uova.

Una ultima curiosità dopo questo breve excursus per gli appassionati delle tartarughe: il guscio (carapace) altro non è se non la spina dorsale “modificata” e fusa insieme, gli “esagoni” che lo costituiscono sono le vertebre fuse e il resto sono le costole, il tutto fissato in un unico rivestimento che ha la funzione di proteggere questo delicato animale. La tartaruga sembra robusta invece è delicata e può ammalarsi alle vie respiratorie o per tanti altri motivi, non vuole l’eccessiva umidità del suolo ma neanche l’eccessiva secchezza, insomma è un piccolo grande mondo in via di estinzione, che ci fa stupire e fa restare meravigliati e ammirati.

Da sempre la letteratura ha rappresentato la tartaruga come un essere saggio e ponderato, intelligente e riflessivo e sembra realmente così. Tra i rettili che vivono a contatto con l’uomo è senz’altro il più vicino e recenti studi sembra abbiano scoperto una notevole intelligenza nelle tartarughe che non si pensava assolutamente. Infine una ultimissima curiosità: quanto possono vivere? In natura 30-40 anni sicuramente meno a causa dei tanti pericoli.. ma se ben tenute e alimentate nei giardini anche 100 anni! Vivono più di noi ..pertanto è bene, se decidiamo di avvicinarci alla tartaruga e di prenderne una ( rispettando le normative di Legge perché ricordiamolo, trattasi di animale protetto – trovare un “contatto erede” ( come dice Facebook..) ossia una persona più giovane di noi e a noi vicina, che possa prendersene ugualmente cura quando noi non ci saremo più. E questo è l’ultimo gesto di amore che potremo regalare alla nostra cara e amata tartaruga che di certo non si dimenticherà mai di noi, perché pare che abbia una memoria ferrea.

Chi volesse interagire con l’autrice può scrivere a : susanna.faviani@gmail.com oppure scrivere o fare domande al numero wapp di redazione: 371 1715065. Al prossimo sabato con un’altra meravigliosa avventura di “Pausa Caffè” ! …Ci addentreremo su una tradizione delle nostre nonne ..anche questa in..via di..estinzione ( si fa per dire ) ma non …anticipiamo altro!  A Sabato!

 

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.