Un sostegno per gli artigiani nella città natale dell’artigiano per eccellenza, san Giuseppe, e nell’anno a lui dedicato. Lo ha promosso la cooperativa sociale Qum, composta da otto soci e braccio operativo della Caritas di Tursi-Lagonegro, sviluppando l’idea di un sacerdote siciliano, don Piero Sortino: lanciare una campagna per acquistare piccole statue del santo patriarca, ralizzate da artigiani di Betlemme, in modo da offrire loro la possibilità di lavorare dopo uno stop forzato di quasi un anno, a causa della pandemia. E, per far ciò, è stata individuata una piccola fabbrica della città che impegna cristiani e musulmani.
Il progetto della cooperativa sociale Qum. Al primo contatto con la fabbrica di Betlemme è seguita una risposta fatta di lacrime di gioia. “Ci hanno risposto quasi con le lacrime agli occhi perché quegli artigiani non lavorano né percepiscono stipendi da quasi un anno – riferisce il sacerdote -. Oggi stanno lavorando per noi dieci artigiani”. La coop, con sede in piazza Cattedrale, a Tursi, ha già commissionato loro oltre trecento pezzi di statuette di san Giuseppe. L’obiettivo è raggiungerne cinquecento.
“I responsabili della fabbrica ci hanno detto che, se riusciamo a commissionarli, quindici artigiani verranno pagati per un mese. Così avranno almeno un mese di stipendio pieno”.
Il “grazie” del patriarca latino di Gerusalemme. L’iniziativa ha ricevuto l’endorsement del patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, che ha registrato un video di ringraziamento alla diocesi di Tursi-Lagonegro, al suo vescovo, mons. Vincenzo Orofino, e alla cooperativa Qum. “Con questa iniziativa, vi mantenete legati alla nostra diocesi, alla poverissima area di Betlemme – dice -.
So bene che ci sono problemi ovunque. Immagino anche nella realtà di Tursi. Ma, nonostante ciò, avete voluto pensare a noi.Di questo vi ringaziamo. Da qui tutto quello che possiamo fare, anzitutto pregare dal Santo Sepolcro per voi, lo faremo con tutto il cuore”.