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Quaresima, monsignor Gestori: “Periodo dedicato all’essenziale”

ACQUAVIVA PICENA – Ad Acquaviva Picena sono state celebrate due sante Messe in parrocchia, alle 18:00 e alle 19:00 e due Messe presso il convento di san Lorenzo, alle 7:00 e alle 8:00, durante le Celebrazioni i fedeli hanno ricevuto sul capo le Ceneri, un Rito che da inizio al tempo quaresimale. La Messa delle 18:00 è stata presieduta dal vescovo emerito della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto delle Marche, Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori. Durante l’omelia il vescovo Gestori ha detto:
“Iniziamo il periodo di Quaresima, periodo di austerità, anche durante la Celebrazione, non ci sarà l’ Alleluia, non ci sarà il Gloria. Periodo di austerità, periodo dedicato all’essenziale, periodo di tristezza, ma anche periodo di speranza. Diceva un grande santo vissuto millequattrocento anni fa san Gregorio Magno: “Il signore ci insegna con le parole e con i fatti”, ci insegna con il Vangelo, con le prediche, con il catechismo, ma ci insegna anche con i fatti. Più o meno grandi, più o meno importanti. Questa pandemia che da un anno ci sta “comprimendo” ci ha insegnato tanto; abbiamo passato un duro anno e non è ancora finita. Ci ha chiesto di rinunciare alle feste, agli incontri, alle Messe solenni, alle processioni, la scuola spesso è a distanza, alcuni matrimoni sono saltati, i funerali sono stati celebrati alla meno peggio. A tante cose ci ha fatto rinunciare la pandemia. Ci ha costretti a rinunciare, è stata una scuola di rinuncia e la Quaresima ci insegna anch’essa a fare delle rinunce. Ciascuno scelga a cosa sente di dover rinunciare in questa Quaresima. Il Papa ripete di saper spegnere di più la televisione e il cellulare e aprire di più il Vangelo. La pandemia ci ha insegnato a comprendere che siamo fragili, deboli. La pandemia ha colpito il mondo intero, ci sono stati un milione di morti. Chi avrebbe pensato un anno fa a quello che sarebbe successo…Ci ha messo di fronte alle difficoltà, alla morte. Il Rito delle Ceneri che tra un po’ compiremo è un Rito di morte.

La cenere è quello che rimane della realtà umana, la cenere è quello che rimane di qualcosa che si è bruciato, la cenere è quello che rimane dopo che il corpo muore. Il cimitero è pieno di cenere dei morti che vi sono seppelliti. La morte ci fa paura? Forse un poco sì, ma a guardare bene alla cenere e alla morte, non dovremmo avere paura perché non è pessimismo. Noi non dobbiamo guardare alla morte perché siamo tristi, ma per poter vivere meglio. Ecco il significato dell’austerità della Quaresima, questo che inizia è tempo di speranza e dobbiamo viverlo in prospettiva per la vita eterna. Diceva un antico modo di dire: “Pensa alla morte e vivrai meglio”, la morte non è andare incontro al vuoto, la morte è la fine di questa vita e l’inizio di quell’altra, è l’abbraccio con il Signore, con la Madonna, con coloro che ci aspettano in cielo. Certo ci vuole fede, per chi non ha fede non c’è nulla dopo la morte, per chi ha fede c’è una vita migliore, la vita dopo la morte terrena e la liberazione dalle angosce, è l’inizio di una vita serena con Dio. Vi do un suggerimento: si entra in chiesa per adorare il Signore e si esce dalla chiesa per amare e per servire. Anche in casa si può pregare il Signore, Lui che ti vede nel segreto ti ascolta. In Quaresima preghiamo un po’ di più e facciamo del bene. Vi auguro una buona Quaresima”.

 

Patrizia Neroni: