“Se i giovani soffrono meno per il virus, sono quelli che patiscono di più per l’impatto economico e sociale della crisi Covid”: Massimiliano Mascherini, responsabile delle politiche sociali di Eurofund, agenzia Ue per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, in un webinar organizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, ha presentato oggi i dati relativi ai giovani di una indagine dell’agenzia su “Vivere, lavorare e Covid-19”. Nei mesi tra marzo e giugno l’11% dei giovani ha perso il proprio posto di lavoro e la disoccupazione giovanile nell’Ue è passata da una media di 14,9% al 17,6%. Mascherini ha evidenziato anche le ricadute che avranno i tanti mesi di scuola e università da remoto in termini di “formazione delle competenze”, accertate dalla scuola in presenza, ma mai sperimentate e testate nel modello a distanza. Sarà una generazione “meno competente?”, la domanda che resta, insieme al rischio che questa scuola virtuale “rinforzi divisioni e disuguaglianze”. Per Mascherini anche rispetto al capitale sociale e la salute mentale i più giovani hanno toccato in percentuali molto alte il “rischio depressione”. L’eurodeputata svedese Evin Incir ha commentato i dati affermando che “non stupisce” che i giovani siano profondamente in crisi, dal momento che “le politiche per i giovani non sono mai una priorità”.
Cruciale “proteggere l’opportunità che i giovani vadano a scuola e imparino a socializzare”, secondo Ian Power, promotore di Sunout, sito di informazione per i giovani irlandesi. Per Power se non permettiamo loro anche questa forma di apprendimento, è possibile che “le ricadute del Covid su questa generazione si trascinino a lungo”.

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