Nell’omelia, il porporato ha trasmesso la vicinanza e la preghiera del Papa e ha citato la lettera che Francesco aveva scritto lo scorso anno in occasione del 160° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, le cui spoglie sono custodite nel santuario a lui dedicato nella cittadina francese. Il segretario di Stato vaticano ha ricordato che il curato d’Ars “non solo ha partecipato al potere taumaturgico del Signore, guarendo e curando completamente le persone”, ma ha favorito nuove e abbondanti vocazioni. Citando quanto scritto da Francesco nella Lettera ai sacerdoti, Parolin ha esortato a non lasciarsi scoraggiare dai danni provocati “dal comportamento deviante” di alcuni preti, ricordando che la vocazione è “un dono gratuito”, “totalmente immeritato”, da accogliere “con umiltà e preghiera” e per il quale ringraziare sempre il Signore. La figura del curato d’Ars, ha concluso, “ci insegna a trasmettere gioia e speranza attraverso la testimonianza della nostra vita personale e ad essere costanti e perseveranti nel nostro ministero”.