da Vatican News – di Marco Guerra

Il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, si recherà domani in Ucraina per una visita di due giorni, su invito del metropolita e arcivescovo cattolico di Leopoli, monsignor Mieczyslav Mokshitsky, il quale pone l’accento sull’alto valore simbolico di questo viaggio che rinnova la vicinanza sempre espressa dal Papa al popolo ucraino.

Sabato mattina, a Leopoli, il porporato benedirà il terreno e la pietra angolare con cui verranno costruiti il monastero delle suore Albertine, e la casa per le donne senzatetto e le donne sole con bambini. Nel pomeriggio il cardinale Krajewski presiederà la consacrazione della Chiesa dedicata a San Giovanni Paolo II, nel quadro del centenario della nascita del pontefice.

Momento culminate della visita sarà la Messa di domenica, alle 11 ora locale, presso il Santuario nazionale di Santa Maria a Berdychiv, anche in omaggio all’Anno delle vocazioni che vive la Chiesa in Ucraina. “La presenza dell’elemosiniere del Papa è molto significativa per noi. Il Santo Padre ci ha aiutato in tanti modi dall’inizio della guerra e anche ora che affrontiamo la pandemia”: così ai nostri microfoni monsignor Mieczyslav Mokshitsky spiega l’importanza della visita del cardinale Krajewski, soffermandosi sulla sua presenza alla celebrazione eucaristica al Santuario mariano :

R. – Berdychiv è il nostro Santuario nazionale e ogni anno è raggiunto da molti pellegrini che vengono da ogni parte del Paese, per incontrarsi nella preghiera e per chiedere l’intercessione della Madonna per proteggere l’Ucraina e soprattutto per chiedere la pace. Quest’anno siamo molto fortunati e molto grati che sua eminenza, il cardinale Krajewski, abbia accettato il nostro invito. Da diversi anni, da quando è iniziata la guerra, Papa Francesco è vicino al nostro Paese, alla nostra Chiesa, e ci ha aiutato in diversi modi. Questa presenza dell’Elemosinere è simbolica, in questo modo il Papa ci ricorda che non ci ha dimenticato. Il cardinale con la preghiera ci dà conforto nel superare le difficoltà anche quelle che stiamo subendo a causa della pandemia.

Per l’occasione, a 100 anni dalla nascita di Giovanni Paolo II, anche la consacrazione di una Chiesa a lui dedicata: quanto è radicata la figura del Pontefice e la sua venerazione tra i cattolici ucraini?

R. – San Giovanni Paolo II amava tanto il popolo ucraino, conosceva la sua storia. Papa Wojtyla è stato in questo Paese nel 2001 e questo suo viaggio diede molto conforto. La sua presenza testimoniò che questo Paese, dopo tanti secoli, era diventato indipendente. Il Papà ringraziò anche i fedeli, i sacerdoti e le suore che durante il periodo del comunismo hanno conservato la fede. La devozione nei suoi confronti è infatti molto forte anche nella Chiesa orientale greco-cattolica e anche i fedeli ortodossi hanno grande rispetto per lui. Siamo quindi contenti che in questa occasione possiamo dedicargli una piccola Chiesa nella periferia di Leopoli, consacrata dall’Elemosiniere del Papa.

Il cardinale Krajewski viene anche a inaugurare un luogo sacro e una casa di accoglienza.Che segno vuole essere per la comunità locale?

R. – Questo è uno dei principali scopi della sua visita come Elemosiniere del Papa che ci tiene tanto al sostegno dei poveri. Il cardinale metterà la prima pietra di questo edificio. Leopoli è una grande città e ha bisogno di queste case e questa struttura della Chiesa latina sarà molto significativa. Abbiamo già una casa per uomini senza tetto e ora siamo molto contenti che ne avremo una dedicata anche alle donne.

La Chiesa cattolica ucraina si conferma vicina al popolo anche in questo momento di pandemia…

R. – La Chiesa di rito latino è sempre aperta a tutti, non distinguiamo se i poveri che vengono per la mensa e i senzatetto sono cattolici o no. Questo è molto apprezzato dalle autorità civili locali e dal governo ucraino, che stanno collaborando con noi per portare avanti quest’opera.

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