ITALIA – “A seguito della pandemia coronavirus e dei relativi continui provvedimenti normativi finalizzati principalmente ad arginare la diffusione del contagio del virus, molte Caritas diocesane ci hanno contattato chiedendo chiarimenti e sostegno”. Con queste parole si apre la lettera del direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu.

Don Soddu prosegue: “Le domande pervenuteci sono tante, variegate e riguardano sia la preoccupazione nel dare risposte ai poveri mediante i classici servizi in essere e altri straordinari, sia la gestione degli stessi attraverso i volontari. Tutti questi interrogativi, ovviamente devono fare i conti con le nuove norme emanate. Il nostro desiderio sarebbe quello di poter fornire risposte esaustive a ogni singola richiesta, ma insieme con voi siamo consapevoli dei nostri limiti. Questi limiti sono ancora più evidenti in considerazione del fatto che da nessuna parte vien fatta menzione dell’assistenza ai più poveri (basta pensare ai senza dimora), o comunque che facciano parte delle fasce più deboli e soggette a rischio (anche dal punto di vista psicosociale), come ad es. le persone anziane che vivono da sole ecc.

Pertanto, partendo da quanto contenuto nelle norme (consigliamo di consultare il sito del Ministero dell’Interno che viene costantemente aggiornato) e che comunque devono essere rispettate, mantenendo i rapporti che mai come in questo momento sono essenziali con il Sindaco e, nel caso, con il Prefetto e tutte le altre autorità preposte, vi informo che:

1. Per quanto riguarda le mense, i dormitori, i centri di accoglienza e tutti i servizi caritativi, si faccia di tutto per tenerli aperti, ridefinendoli alla luce delle norme stesse. Ad es. le mense, come già alcune Caritas fanno, possono essere sostituite da pasti da asporto; inoltre qualora alcune mense possiedano le caratteristiche contenute al n.2 dell’art.1 del nuovo Decreto (11 marzo u.s.) possono comunque svolgere il loro servizio.

2. L’ufficio giuridico della CEI, sentito il capo di gabinetto del Governo, ci ha comunicato che i volontari possono recarsi presso i centri ove svolgono servizio, portando con sé l’autocertificazione (tale documento è valido esclusivamente per il servizio stesso e non per altri motivi). Raccomandiamo vivamente di verificare le coperture delle polizze assicurative in essere nei confronti dei volontari…..

Teniamoci uniti come corpo vivo di Chiesa specialmente mediante la preghiera utilizzando le piste ed anche i formulari messi a disposizione dalla CEI e che potrete trovare nel sito www.chiesacattolica.it”

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