Il resoconto sugli aiuti e sul materiale distribuito dalla Jinde Charities è preciso e puntuale. L’8 febbraio sono stati inviati all’ospedale centrale della città di Huanggang a Hubei, al centro sanitario della città di Yanjiahe a Macheng (il centro di ricovero e trattamento centralizzato di recente istituzione), al settimo ospedale nella città di Wuhan, all’ospedale popolare della città di Tongcheng e al centro di controllo delle malattie di Chongqing Wanzhou 20mila “abiti di quarantena”, 380 barili di disinfettante, tamponi di cotone e altre forniture.

La distribuzione è stata possibile attraverso un “green channel” istituito dalle autorità del governo per le forniture donate da Jinde Charities a Hubei che ha assicurato la consegna delle forniture nell’area epidemica in modo più sicuro ed efficace.

Dal 14 al 17 febbraio, altro materiale è stato inviato nel distretto di Jiang’an, Wuhan (20 tonnellate di disinfettanti, 12.100 camici isolanti, 27.000 guanti medici, 600 bottiglie di disinfettante per le mani, 3000 maschere KN95, 10.000 maschere mediche). Si tratta di materiali principalmente donati dalla Chiesa cattolica cinese e inviati secondo le esigenze di ciascun ospedale.

L’ospedale cattolico di Renqiu partecipa attivamente alla lotta contro la diffusione di nuovi coronavirus insieme al personale medico nazionale. Le suore – fa sapere Jinde Charities – hanno ora esaurito le risorse e sebbene siano esposte a pericoli senza adeguate maschere, occhiali, indumenti isolanti e altre forniture mediche, continuano comunque a svolgere i loro lavori medici ogni giorno.

“Riceviamo e curiamo molti pazienti con la febbre, ma le forniture per la disinfestazione e la protezione sono scarse. Il personale medico (tutte suore) è esposto al pericolo ogni giorno. Come direttore dell’ospedale, mi sento molto preoccupata”.

La suora responsabile dell’ospedale racconta a Jinde Charities che per ridurre al massimo le interazioni e il rischio di infezione, non hanno chiesto al personale che era andato in vacanza per il Capodanno lunare di tornare e sul posto lavorano sono quelli che sono rimasti. Inutile dire che i carichi di lavoro sono piuttosto pesanti. Scarseggiano anche le mascherine e quelle utilizzate non sono adatte per scopi di prevenzione delle infezioni. La religiosa chiede aiuto.