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Micaela Gasparrini ci fa conoscere la “PicenOrchestra”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – PicenOrchestra è una realtà giovane e vivace nel panorama musicale della nostra Provincia. Abbiamo avuto il piacere di poter ascoltare la PicenOrchestra lo scorso 10 gennaio quando si è esibita durante l’incontro: “I valori del Sovvenire e I Soldi della Chiesa” e torneremo ad apprezzarli lunedì 3 febbraio presso il Teatro San Filippo Neri in occasione della presentazione del volume Abbi cura di me di Simone Cristicchi. Nell’attesa di questo evento promosso dal nostro giornale abbiamo intervistato Micaela Gasparrini.

Come è nata la PincenOrchestra?
La PicenOrchestra nasce nel 2016, subito dopo gli eventi sismici che hanno interessato la nostra Provincia di Ascoli con il fine di mettere insieme giovani studenti di musica e di realizzare concerti per raccogliere fondi da donare alle popolazioni colpite dal terremoto. A quell’epoca si chiamava “Kinder Orchestra” in quanto i ragazzi erano molto piccoli. Da allora l’orchestra è cresciuta, come anche il numero dei suoi componenti, tanto che dal primo gennaio di questo anno abbiamo deciso di cambiare nome appunto in “PicenOrchestra”. Ora che i riflettori si sono abbassati sui danni provocati dal terremoto, si è deciso di continuare questa esperienza di musica insieme.

Da quanti elementi è composta l’orchestra?
Ad oggi conta 12 elementi, 4 violini primi, 5 violini secondi, una viola, un violoncello, una tastierista che è anche percussionista. Tra i violini se o di una voce che canta. Il più piccolo componente dell’orchestra ha 5 anni mentre il più grande ha oltre 50. Si tratta di un gruppo molto eterogeneo, non solo per età, ma anche per luoghi di provenienza, visto che ci sono ragazzi provenienti da tutta la Provincia, come ad esempio da Offida, da Colli del Tronto, da Monsanpolo del Tronto, da Monteprandone, da Grottammare, da San Benedetto del Tronto e da Cupra Marittima. L’orchestra è curata dal maestro Alessio Giuliani.

Che tipi di brani eseguite?
Il repertorio comprende brani dalla tradizione classica fino a quella contemporanea.

Che cosa si prova a far parte di un’orchestra?
Tante sono le emozioni che si trasferiscono ad una platea di ascoltatori e tante quelle che si vivono mentre si suona.

Però la musica non trasmette solo emozioni, ma promuove anche valori…
Sì, stare insieme in un’orchestra abilita i ragazzi all ascolto degli altri. Non possono suonare per se stessi ma devono allineare i propri suoni e tempi con quelli degli altri, affinché il suono esca come unico. L’orchestra abilita i ragazzi al rispetto dei compagni perché tutti sono fondamentali alla buona esecuzione, abilita all’aiuto reciproco perché se un compagno rallenta, tutta l’orchestra rallenta: si sta vicino al più fragile. L’orchestra è una palestra d vita.

I ragazzi si esercitano da soli o ci sono delle prove di gruppo?
Ormai gli studenti amano suonare insieme e durante le prove, una volta alla settimana, ognuno propone il proprio brano preferito.

Qual è stata la vostra esibizione più importante?
Non sapremmo dire quale esibizione ci abbia maggiormente colpito, perché sono tutte importanti e diverse tra di loro, come anche le emozioni che si provano. In genere suoniamo in contesti sociali come ad esempio in residenze protette per anziani o organizziamo lezioni concerto per bambini.

Qual è la caratteristica della vostra orchestra rispetto a quelle già presenti sul territorio?
Il progetto tende a colmare una lacuna: quella della mancanza di orchestre di studenti di archi nel nostro territorio. In tal senso si tratta della prima

Nicola Rosetti: