“Il presepe che le doniamo è il nostro inno alla gratuità e alla scoperta della forza dirompente del “noi”, che ci apre alla solidarietà verso chi soffre”.
Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, consegnando ufficialmente a Papa Francesco il presepe che la comunità di Scurelle ha realizzato quest’anno in piazza San Pietro. Durante l’incontro in Aula Paolo VI, mons. Tisi ha ricordato come “la Natività racconta che Dio entra nella nostra storia in punta di piedi con grande discrezione”. “Nella discrezione e nella tenerezza – ha aggiunto – abbiamo il codice genetico dell’amore. È affascinante l’umanità del nostro Dio. In essa trova appagamento il nostro anelito alla bellezza. La gratuità che la abita non è un sordo dovere. È la grande opportunità che ci viene offerta di essere liberati dall’ossessione di noi stessi per respirare la gioia di vivere”. Una gioia che siamo chiamati a condividere con gli altri. “Chiediamo al Bambino di Betlemme – ha proseguito mons. Tisi – che l’intrecciarsi gioioso di tante mani che hanno costruito il presepio, ora continui nell’intrecciarsi attivo delle mani, per soccorrere i fratelli e le sorelle segnati dalla fatica della vita. Non ci accada di avere tavole imbandite, ma senza commensali. Avere il pane, ma non avere i volti, è come non avere nulla”.

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