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Papa Francesco: a Commissione teologica internazionale, “sinodalità” non è chiedere “cosa si pensa sul sacerdozio delle donne”

La sinodalità è uno stile, è un camminare insieme, ed è quanto il Signore si attende dalla Chiesa del terzo millennio”.

Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo un udienza i membri della Commissione teologica internazionale in occasione del 50° anniversario di fondazione. “Oggi si pensa che fare sinodalità è prendersi per mano e andare in cammino, fare festa con i ragazzi, o fare un’inchiesta di opinioni: ‘cosa si pensa sul sacerdozio delle donne?”, ha proseguito Francesco sempre fuori testo: “La sinodalità è un cammino ecclesiale che ha un’anima che è lo Spirito Santo. Senza lo Spirito Santo non c’è sinodalità. E voi avete fatto un bel lavoro per aiutare in questo”. “Il teologo deve andare avanti, deve studiare su ciò che va oltre; deve anche affrontare le cose che non sono chiare e rischiare nella discussione”, ha detto il Papa ancora a braccio: “Questo però fra i teologi. Ma al popolo di Dio bisogna dare il ‘pasto’ solido della fede, non alimentare il popolo di Dio con questioni disputate. La dimensione di relativismo, diciamo così, che sempre ci sarà nella discussione, rimanga tra i teologi – è la vostra vocazione -, ma mai portare questo al popolo, perché allora il popolo perde l’orientamento e perde la fede. Al popolo, sempre il pasto solido che alimenta la fede”. Uno Stato “eticamente etico”, ha ammonito il Santo Padre, “in una liquidità ambigua, pure rischia di portare a un’ingiusta emarginazione delle religioni dalla vita civile a scapito del bene comune”. “Come teologi provenienti da vari contesti e latitudini, voi siete mediatori tra la fede e le culture”, il compito affidato da Francesco ai presenti: “La teologia nasce e cresce in ginocchio! Non si fa teologia da individui, ma nella comunità, al servizio di tutti, per diffondere il gusto buono del Vangelo ai fratelli e alle sorelle del proprio tempo, sempre con dolcezza e rispetto”.

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