Il vero sviluppo “significa molto di più che far quadrare i bilanci, migliorare le infrastrutture o offrire una più ampia varietà di beni di consumo”: come affermava Paolo VI, “non può limitarsi alla sola crescita economica, ma deve favorire la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo”.

Lo ha detto il Papa, che ricevendo in udienza i membri del Consiglio per un capitalismo inclusivo ha auspicato “un rinnovamento, una purificazione e un rafforzamento di validi modelli economici basati sulla nostra personale conversione e generosità nei confronti dei bisognosi”. “Un sistema economico privo di preoccupazioni etiche non conduce a un ordine sociale più giusto, ma porta invece a una cultura ‘usa e getta’ dei consumi e dei rifiuti”, il monito di Francesco: al contrario, “quando riconosciamo la dimensione morale della vita economica, che è uno dei tanti aspetti della dottrina sociale cattolica che dev’essere pienamente rispettata, siamo in grado di agire con carità fraterna, desiderando, ricercando e proteggendo il bene degli altri e il loro sviluppo integrale”. “Non si tratta semplicemente di ‘avere di più’, ma di ‘essere di più’”, ha ribadito il Papa esortando ad “estendere a tutti le opportunità e i benefici del nostro sistema economico”, partendo dall’impegno a “servire il bene comune cercando di aumentare i beni di questo mondo e renderli più accessibili a tutti”, mettendo la persona umana “sempre al centro della vita sociale, culturale ed economica” per “promuovere un’economia più giusta e umana, in linea con i principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa e tenendo conto dell’intera persona, nonché della generazione presente e delle future”.

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