Questa, infine, si trova solo nell’incontro con la persona vivente di Gesù Cristo, il Logos incarnato, la rivelazione di Dio che è amore”.
Lo ha affermato Papa Francesco che ha ricevuto in udienza i membri della “Fondazione vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”, per il conferimento del Premio Ratzinger 2019. “Essere e restare in dialogo attivo con le culture, che cambiano nel corso dei tempi e si diversificano nelle diverse parti del mondo, è un dovere per la teologia, ma è allo stesso tempo condizione necessaria per la vitalità della fede cristiana, per la missione di evangelizzazione della Chiesa”. “In questa prospettiva i nostri due premiati hanno offerto un notevole apporto, di cui diamo loro atto oggi con ammirazione e gratitudine”. Il Papa ha specificato: “nel corso della sua lunga vita di ricerca, insegnamento e azione, il prof. Charles Margrave Taylor”, filosofo, “ha spaziato in molti campi, ma in particolare ha dedicato l’impegno della sua mente e del suo cuore per comprendere il fenomeno della secolarizzazione nel nostro tempo. Essa pone effettivamente una grande sfida per la Chiesa cattolica, anzi per tutti i cristiani e possiamo dire per tutti i credenti in Dio”.
Bergoglio ha poi aggiunto: il biblista “padre Paul Béré è il primo africano che riceve il Premio Ratzinger ed è uno stimato studioso della Sacra Scrittura. Con questo riconoscimento sono lieto di esprimere il mio apprezzamento e il mio incoraggiamento a tutti coloro che si impegnano per l’inculturazione della fede in Africa con un contributo di studio originale e approfondito. Nei primi secoli del Cristianesimo l’Africa settentrionale ha dato alla Chiesa figure gigantesche – come Tertulliano, Cipriano, Agostino –, ma poi la diffusione dell’Islam e quindi secoli di colonialismo hanno impedito una vera inculturazione africana del messaggio cristiano fino alla seconda metà del secolo scorso. Perciò la teologia africana contemporanea è ancora giovane, ma appare dinamica e ricca di promesse”. Padre Béré “ce ne dà un esempio lavorando sull’interpretazione dei testi dell’Antico Testamento in un contesto di cultura orale, mettendo così a frutto l’esperienza delle culture africane; come pure impegnandosi per la conoscenza, la comprensione e la recezione nel contesto africano dei Sinodi ai quali ha preso parte”.