Pietro e Giovanni, ha aggiunto il Pontefice, “ci insegnano a non confidare nei mezzi, che pure sono utili, ma nella vera ricchezza che è la relazione con il Risorto. Siamo infatti – come direbbe san Paolo – ‘poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto’. Il nostro tutto è il Vangelo, che manifesta la potenza del nome di Gesù che compie prodigi”.
E, si è domandato il Santo Padre, “noi, ognuno di noi, che cosa possediamo noi? Qual è la nostra ricchezza, il nostro tesoro? Con che cosa possiamo rendere ricchi gli altri? Chiediamo al Padre il dono di una memoria grata nel ricordare i benefici del suo amore nella nostra vita, per dare a tutti la testimonianza della lode e della riconoscenza”. Poi, la conclusione, sempre a braccio: “Non dimentichiamo: la mano tesa sempre per aiutare l’altro ad alzarsi, è la mano di Gesù, che tramite la nostra mano aiuta ad alzarsi gli altri”.