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Garelli, “oggi è molto più impegnativo dichiararsi cattolici rispetto ad anni fa”

“Oggi vi sono in Italia 32mila preti contro i 38mila del 1990. Negli ultimi tre decenni il corpo sacerdotale si è ridotto in Italia del 16% circa e se si considerano i sacerdoti sotto gli ottant’anni la riduzione è del 25%. L’età media del clero diocesano è di oltre 61 anni, mentre solo il 10% ha meno di 40 anni. Vi sono però grandi differenze a livello territoriale: la situazione è più critica al nord che al sud, dove le diocesi sono più piccole e più diffusa la religiosità popolare e dove, in controtendenza, il clero è in leggera crescita e sono di più i giovani. Questo rende la Chiesa oggi più ‘meridionalizzata’ che in passato”. Parte da questi dati, aggiornati a maggio 2019 e forniti dall’Istituto centrale per il sostentamento del clero, la riflessione di Franco Garelli, ordinario di Sociologia dei processi culturali all’Università di Torino, che ha aperto a Padova la 69ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale. “Sono dati problematici ma anche interessanti per cogliere le sfide che attendono la Chiesa. Quanto pesa nelle scelte della Chiesa il fatto che più di un terzo del clero abbia più di 70 anni, un quinto oltre gli 80?”, si è chiesto il sociologo.
Di particolare interesse, per Garelli, è lo scenario sociale e religioso in cui opera il clero in Italia, come emerge da una recente ricerca non ancora pubblicata sulla religiosità degli italiani. “Si assiste a un aumento del pluralismo religioso, crescono i non credenti, le minoranze religiose e le nuove forme di spiritualità connesse in particolare ai flussi migratori. Ma c’è una relativa tenuta dell’appartenenza cattolica: e oggi è molto più impegnativo dichiararsi cattolici rispetto ad anni fa. A questo contribuisce anche l’incremento dei cattolici di origine straniera”.

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