“La Chiesa è costitutivamente sinodale in quanto popolo di Dio in cammino verso il Regno”: lo afferma mons. Dario Vitali, ordinario di ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, che apre con il suo intervento i lavori assembleari del Primo esercizio di laicità in corso al santuario del Divino Amore di Roma, promosso dalla Commissione per il laicato della Conferenza episcopale laziale. “Camminare insieme” è il tema dell’incontro, a cui partecipano rappresentanti delle diciassette diocesi del Lazio e a cui mons. Vitali porta un contributo fondativo sull’evoluzione dei rapporti all’interno della Chiesa. In un confronto tra Oriente e Occidente, il relatore rileva come “le Chiese d’Oriente vengono guidate e vanno avanti grazie al Santo Sinodo. Per decidere qualcosa serve sempre l’unanimità”. In Occidente, la superiorità del pontefice è stata in qualche modo conseguenza del sistema feudale, in cui l’imperatore controllava anche le nomine dei vescovi. “Il Concilio Vaticano II – prosegue – recupera una doppia capacità soggettiva e soggettuale: del collegio dei vescovi e del popolo di Dio, principio attivo nella vita della Chiesa. Il Vaticano II ci dona soggetti in relazione, di cui la sinodalità è massima espressione: popolo di Dio, vescovi e Papa come principio di unità per tutti”. Secondo mons. Vitali, prima che pratica, la sinodalità è uno stile: la Chiesa è fatta di figli di Dio, battezzati. Da qui nasce la capacità di riconoscersi e confrontarsi”. E conclude: “Sinodalità non è diritto di parlare ma dovere di ascoltarsi”.

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