“I piccolissimi, quindi i bambini fino a sei anni, devono essere una priorità e non un ‘di più’ dell’impegno pastorale e associativo”: lo ha affermato Luca Marcelli, responsabile nazionale dell’Azione Cattolica dei ragazzi (Acr), che ha concluso a Bergamo il seminario “Primi assaggi. La fede raccontata ai piccoli”, a cui hanno partecipato 150 educatori da tutta Italia. “Il bambino esiste in primo luogo per essere se stesso ed è capace ad ogni età di vivere in relazione, anche con Dio. L’Ac, con la propria proposta ai piccolissimi, si pone a servizio di questo desiderio, nella consapevolezza che tutti i bambini che vivono pienamente il Battesimo possono farsi santi”, prosegue. E ha tracciato tre piste concrete di impegno: “Riconoscere la ‘fame’ dei bambini più piccoli, aprendosi alle novità e alle loro domande più inaspettate, mettendosi alla loro ‘altezza’. È fondamentale, poi, non fornire contenuti ai piccoli ma piuttosto proporre esperienze da vivere. Non si tratta di mettere da parte le guide, ma di non avere la pretesa di dire alla Grazia come deve operare”. Rispetto al linguaggio, “bisogna a volte prescindere dall’utilizzo delle parole e aprirsi a tutti i segni con cui i piccolissimi si esprimono”. L’ultimo impegno riguarda la condivisione: “Bisogna che i piccolissimi ‘mangino’ insieme alle loro famiglie e, dunque, che tutta l’Ac coinvolga i genitori in un percorso permanente di accompagnamento e vicinanza. Il cammino dei piccolissimi può aiutarci ad essere davvero espressione della ‘maternità ecclesiale’”, ha concluso.

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