SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prevenzione e nessuna paura di chiedere aiuto. Si muove su questo doppio binario la presa di posizione dell’assessore alle Politiche sociali, Emanuela Carboni, dopo l’allarme sulla proliferazione di alcol e droga tra i giovanissimi lanciato dal dottor Claudio Cacaci (leggi l’articolo): direttore del dipartimento dipendenze patologiche dell’Asur Area Vasta 5. «Come mamma, prima che come esponente dell’amministrazione comunale, sono stata molto colpita dalle considerazioni del dottor Cacaci. Da questo punto di vista il ruolo dei genitori è davvero cruciale» sostiene l’assessore, rivelando che gli capita di arrivare ad annusare i propri figli, a caccia di “odori sospetti” come alcol o cannabis.

«Penso che noi genitori dobbiamo sempre mantenere alta la guardia, perché personalmente ho il ricordo della strage fatta dalla droga a San Benedetto quando la mia generazione era più giovane e non voglio che ciò si ripeta. In questa lotta, il compito del Comune è di fare prevenzione e sensibilizzazione, offrendo alle famiglie degli strumenti adeguati per affrontare certe situazioni. Lo facciamo con tutta una serie di convegni, di incontri formativi. Uno è stato vissuto proprio sabato, e ha avuto al centro il corretto uso degli strumenti digitali. Mentre il 21 marzo ne avremo un altro sulla genitorialità». Poi, certo, nonostante la prevenzione, ci sono famiglie che incappano nel vortice delle dipendenze. In questo caso, secondo la Carboni, non serve perdere tempo: «Nel nostro territorio operano tutta una seria di associazioni e di enti che, in rete, garantiscono adeguato sostegno alle persone alle prese con droghe o abuso di alcol – sostiene l’esponente dell’amministrazione Piunti -. Il problema vero è che, in molti casi, ci si vergogna di esternare tali problemi. Dunque restano nascosti, ma così facendo si peggiorano solo le cose. Io credo che una famiglia con all’interno casi di dipendenze non debba affatto vergognarsene e, se vuole davvero aiutare la persona coinvolta, deve sottoporre il caso ai validi professionisti che operano nelle strutture dedicate ad affrontare tali problemi».

A tal proposito, va detto che le considerazioni del dottor Cacaci hanno riacceso le polemiche sulla sforbiciata effettuata dal Comune, che ha colpito il servizio Risposte Alcologiche dell’Ente. L’assessore Carboni giustifica così questa decisione: «Si trattava di un servizio “doppione”, svolto finora sia dal Comune che dall’Ambito Sociale 21. Le sempre più forti ristrettezze di Bilancio non ci consentono più di mantenere un servizio già garantito da un altro ente. Parliamo di una spesa annua di 20mila euro che abbiamo comunque destinato sempre ad altri capitoli del Sociale, come quello per l’assistenza ai disabili. C’è infatti da dire che le disabilità nella nostra città sono in aumento vertiginoso e credo che questo trend, oltre all’invecchiamento generale della popolazione, sia anche in qualche modo legato agli incidenti stradali causati da persone che si mettono al volante ubriache».

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