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FOTO Il Vescovo Bresciani ha commemorato il XIV anniversario della morte di don Giussani

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Mons. Carlo Bresciani, ha presieduto la celebrazione eucaristica in occasione del XIV anniversario della morte del Servo di Dio don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, e del XXXVII anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione (11 febbraio 1982).

Prendendo spunto dal Vangelo del giorno, il vescovo Carlo Bresciani si è domandato: Come possiamo far fronte al male che c’è nel mondo e che ci colpisce? Come si può interrompere la catena del male e essere costruttivi? Davanti al male, ha proseguito, possiamo rispondere col male, innescando così una catena distruttiva. Oppure possiamo reagire partendo da come Dio guarda il nostro male: se lui si vendicasse delle nostre colpe, non avremmo alcuna speranza. Dio risponde al nostro male operando il bene nei nostri confronti.

Solo vivendo in comunione con lui possiamo realizzare ciò. Gesù parla di amare i nemici, di non farsi sopraffare dal male. Questo significa comprendere ed accettare il male, in altre parole significa accettare la croce di Cristo, perché è con la croce che Cristo salva l’umanità. Questo ci porta a guardare non solo la situazione attuale dominata da tante avversità e contrarietà, ma a ciò che con uno sguardo nuovo possiamo generare. Gesù ci ha insegnato a fare agli altri quello che noi vogliamo per noi stessi. E cosa chiediamo noi? Che il nostro male sia perdonato da qualcuno. Certo, la domanda sorge spontanea: Chi me lo fa fare? E la risposta può essere solo che posso fare questo perché c’è un’amore più grande anche per me.

Facendo ciò, ha proseguito ancora Mons. Bresciani, io entro nella comunione di quello che Dio vive verso di noi. Quando noi viviamo così facciamo veramente qualcosa che è nel cuore di Dio. Questo atteggiamento non è meramente spirituale: vivendo così, costruiamo cose buone per noi e per gli altri. Non leggiamo questa pagina del Vangelo come se fosse una serie di comandamenti da mettere in pratica, ma come il desiderio di Gesù di introdurci nel cuore del suo mistero di Figlio di Dio che ama e, proprio per questo, perdona. Non tutti comprendono questo, ma a noi cristiani è chiesto di vivere così, non per un’imposizione, ma per un’adesione a quella che prima di tutto è un’iniziativa di Dio nei nostri confronti. Non è con “occhio per occhio e dente per dente” che si salva la nostra vita e si salva il mondo.

Al termine della celebrazione, Adriano Di Giacinti, a nome di tutti i membri della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha ringraziato il vescovo Carlo per la sua presenza e ha assicurato che il movimento continuerà a vivere il suo carisma in comunione con la Chiesa locale e con quella universale.

Nicola Rosetti: