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Papa Francesco: ai professori di Storia della Chiesa, “essere lontani da presunzione di sapere e dalla bramosia della carriera”

“La storia, studiata con passione, può e deve insegnare molto all’oggi, così disgregato e assetato di verità, di pace e di giustizia. Basterebbe che, attraverso di essa, imparassimo a riflettere con sapienza e coraggio sugli effetti drammatici e malvagi della guerra, delle tante guerre che hanno travagliato il cammino dell’uomo su questa terra”. Lo ha detto Papa Francesco ai partecipanti al convegno dell’Associazione italiana dei Professori di Storia della Chiesa, che si è svolto a Roma il 10 e l’11 gennaio, alla Lumsa, sul tema “Attività – ricerca divulgazione: la storia della Chiesa nel post Concilio”. Il Papa li ha ricevuti stamani nella Sala del Concistoro del Palazzo apostolico vaticano. Segnalando “la ricchezza di testimonianze del passato” dell’Italia e della Chiesa italiana, Francesco ha affermato che “questa ricchezza non deve essere un tesoro solo da custodire gelosamente, ma deve aiutarci a camminare nel presente verso il futuro”. “La storia della Chiesa italiana rappresenta infatti un punto di riferimento essenziale per tutti coloro che vogliono capire, approfondire e anche godere del passato, senza trasformarlo in un museo o, peggio, in un cimitero di nostalgie, ma per renderlo vivo e ben presente ai nostri occhi”. Poi, il pontefice ha affermato che “al centro della storia c’è una Parola che non nasce scritta, non ci viene dalle ricerche dell’uomo, ma ci è donata da Dio e viene testimoniata anzitutto con la vita e dentro la vita”. “Questa Parola è Gesù Cristo. E l’accoglienza piena di questa sua azione salvatrice e misericordiosa dovrebbe rendere lo storico credente uno studioso ancora più rispettoso dei fatti e della verità, delicato e attento nellaricerca, coerente testimone nell’insegnamento”. Una vocazione che “dovrebbe allontanarlo da tutte le mondanità legate alla presunzione di sapere, come la bramosia della carriera o del riconoscimento accademico, o la convinzione di poter giudicare da sé fatti e persone”. “Infatti, la capacità di intravvedere la presenza di Cristo e il cammino della Chiesa nella storia ci rendono umili, e ci tolgono dalla tentazione di rifugiarci nel passato per evitare il presente”.

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