MARCHE – Il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani è tornato nelle Marche, come ospite all’Università di Camerino, in occasione della cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Accademico 2018-2019. Prima di prendere parte alla manifestazione accademica, accompagnato dal sindaco Gianluca Pasqui e una squadra di tecnici della protezione civile, il presidente del Parlamento europeo ha effettuato un sopralluogo tra le vie del centro storico, duramente colpito dagli eventi sismici del 2016.

Tajani visita il Centro Storico di Camerino colpito dal terremoto. foto Cangini.

Riferendosi ai giovani presenti, Tajani ha elogiato l’operato dell’Università che ha saputo rappresentare la forza di un territorio che è riuscito a reagire alla violenza della calamità naturale che ha colpito duramente l’Italia centrale. Si può cadere, ma ci si può anche rialzare. Da presidente del Parlamento,  – ha dichiarato Tajani – mi sono battuto affinché l’Europa fosse presente sotto tutti i punti di vista nella fase di emergenza, in modo da avere il denaro cash per intervenire immediatamente.

Chi crede va avanti, chi crede supera le difficoltà, supera gli ostacoli, vince anche le malattie, perché quello che c’è nel cuore è la cosa che vale più di tutto. Ragazzi non rinunciate mai a realizzare i vostri sogni. Ognuno di voi è determinante per mandare avanti questa Europa. Vale la pena battersi per cambiarla. Non rinunciate alla vostra identità, alla storia e alla civiltà perché è quello che ci permette di andare avanti.

Al termine del suo intervento all’Università, Tajani ha visitato il cantiere della nuova piazza e area commerciale di Camerino. Ha proseguito gli incontri con alcuni rappresentanti locali dell’associazione dei commercianti e degli artigiani, presso il Camerino City Park. Nel pomeriggio a Loreto, per far visita all’istituto Einstein-Nebbia, dove è stato accolto dal sindaco Paolo Niccoletti e dall’arcivescovo mons. Fabio Dal Cin.

L’intervento del Presidente Tajani durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’UNICAM

Tajani oltre ad essere un politico è giornalista, presidente del Parlamento Europeo dal 17 gennaio 2017. Dal 2008 al 2014 è stato Commissario Europeo, dapprima ai Trasporti e in seguito, all’Industria. Lo abbiamo intervistato.

Presidente! Quali sfide per l’Europa dei popoli, in seguito alla Brexit e ai sovranismi che divampano nel nostro continente, quali scenari possibili?
Tajani: Nell’era della globalizzazione mezzo miliardo di cittadini europei non possono non essere protetti dall’Unione Europea. Serve un Europa che sappia protegge i propri cittadini, non abbiamo bisogno di un Europa della burocrazia. Occorre fare una riforma strutturale condivisa che torni a fare politica con una politica estera forte, una politica di difesa che la renda protagonista nel Medioriente, nel Mediterraneo e protagonista nell’Africa del nord con un Parlamento che conti di più e che abbia un potere di iniziativa legislativa. Non possiamo fare a meno dell’Europa, non solo per la nostra identità, ma è una questione culturale e identitaria , ma è anche una necessità politica. Noi singolarmente non possiamo affrontare le sfide con la Cina, con la Russia, con l’India, con gli Stati Uniti da soli. Dobbiamo essere uniti perché solo cosi si vince. L’Europa non deve essere vista soltanto come l’stituzione che può dare soldi, l’Europa siamo noi. Abbiamo 3000 anni di storia alle spalle, bisogna difendere quei valori che permeano la nostra identità. È necessario costruire una visione politica unitaria all’interno dell’Unione. Se si vuole risolvere sul serio il problema dell’immigrazione bisogna intervenire con un vero e proprio Piano Marshall e stanziare almeno 50 milioni di euro di investimenti. Le nostre università devono aprirsi al territorio africano e far studiare sempre più giovani africani in Italia.

Oggi all’Università di Camerino ha incontrato molti giovani universitari che entreranno nel mondo del lavoro, un ambiente nuovo pieno di incertezze che destano preoccupazione. Come la politica può interagire con i giovani? Alcune recenti norme, volte a contrastare la povertà possono essere una risposta alle istanze dei giovani?
Tajani: Esistono alcune iniziative di sostegno economico che non svolgono una funzione educativa efficace. Elargire somme di denaro senza pensare a politiche capaci di generare nuovi posti di lavoro, rappresenta un messaggio negativo che si dà ai giovani, a loro serve un lavoro poiché il lavoro dà dignità ed è libertà. E ciò è possibile favorendo le condizioni di politiche economiche lungimiranti capaci di aiutare le piccole-medie imprese, gli artigiani, i commercianti gli agricoltori, i liberi professionisti, senza far mancare il sostegno all’azione dell’industria. Occorre dare una speranza ai giovani, non serve l’assistenzialismo di Stato per i giovani, occorre che loro diventino i protagnoisti della società e di poter realizzare i propri sogni. Questo non è presente con alcune discutibili politiche pensate e attuate in tempi recenti, occorre che le imprese assumano sempre più giovani, abbattendo il cuneo fiscale e facendo in modo che le industrie che assumano giovani al di sotto dei 25 anni abbiano maggiori agevolazioni. Se l’abolizione della Legge Fornero non sarà accompagnata da una strategia di assunzione dei giovani, le riforme rischiano di diventare un boomerang.

Lei oggi ha parlato di valori e idee, come coniugare questi importanti temi con i giovani e l’Europa dell’ avvenire?
Tajani: I valori autentici sono il fondamento della società, non ha senso fare politica se non si hanno dei valori. Dai valori discendono le norme che dobbiamo esercitare e dalle norme deriva l’azione politica. Noi ci riconosciamo nei valori del partito popolare europeo e i valori per noi sono: la centralità della persona, la sussidiarietà  e la libertà. Quest’ultimo come valore fondativo che conduce la nostra storia: dagli antichi Greci ai giorni nostri. Se non si crede in un valore forte non si vince e non si va da nessuna parte. Non serve appartenere ad alcun tipo di partito senza idee e valori, questa è l’identità del partito popolare europeo: la libertà e l’economia sociale di mercato. Questi sono i valori nei quali noi ci riconosciamo.

Antonio Tajani e Marco Sprecacè

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