“Cercare la propria realizzazione negli idoli di questo mondo ci svuota e ci schiavizza, mentre ciò che ci dà statura e consistenza è il rapporto con Lui che, in Cristo, ci rende figli a partire dalla sua paternità”, il monito del Papa. “Questa vita liberata – commenta Francesco – diventa accoglienza della nostra storia personale e ci riconcilia con ciò che, dall’infanzia al presente, abbiamo vissuto, facendoci adulti e capaci di dare il giusto peso alle realtà e alle persone della nostra vita. Per questa strada entriamo nella relazione con il prossimo che, a partire dall’amore che Dio mostra in Gesù Cristo, è una chiamata alla bellezza della fedeltà, della generosità e della autenticità”.
“Desideri che generano positività: questa è la pienezza della legge che Gesù è venuto a portarci”, la sintesi a braccio: “In Cristo, e solo in lui, il Decalogo smette di essere condanna e diventa l’autentica verità della vita umana, cioè desiderio di amore”, spiega Francesco: “Qui nasce il desiderio del bene, di fare il bene, desiderio di gioia, di pace, di magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. “Da quei ‘no’ si passa a questo ‘sì’”. E così, la negatività del “non” con cui si esprimono i Comandamenti – non rubare, non insultare , non uccidere… – “si trasforma in un atteggiamento positivo: amare, fare posto agli altri nel nostro cuore”. Perché la vita cristiana “non è il titanico sforzo per essere coerenti con una norma”, è l’incontro di “due gioie: la gioia di Dio di amarci e la gioia nostra di essere amati, in una felice sinergia”.
Durante i saluti, un fuori programma: il Papa si è trovato improvvisamente di fronte un bambino che, sfuggito al controllo degli adulti, ha fatto di corsa tutte le scale di marmo bianco, pur di arrivare di fronte a lui e abbracciarlo. Francesco ha restituito l’abbraccio e il saluto, sorridendo piacevolmente stupito – “è argentino, è indisciplinato”, ha scherzato rivolgendosi a mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, seduto al suo fianco – e salutando subito i fedeli di lingua spagnola ha usato la sua lingua madre per commentare, a braccio, l’accaduto. “Questo bambino non sa parlare, è muto, ma sa comunicare”, ha osservato: “È libero, indisciplinatamente libero, ma è libero!”, ha esclamato esortando ciascuno dei presenti a chiedersi: “Io sono così libero davanti a Gesù? Quando Gesù dice che dobbiamo tornare come bambini, vuol dire che dobbiamo avere quella libertà che ha un bambino davanti a suo padre”.