Non siamo noi che abbiamo amato Dio, ma è Lui che “ci ha amato per primo, Lui è il primo ad amare”. Una verità che i profeti spiegavano con il simbolo del fior del mandorlo, il primo a fiorire in primavera e il Papa ribadisce: “Dio è così: sempre per primo. Ci aspetta per primo, ci ama per primo, ci aiuta per primo”. Lo ha detto questa mattina il Papa nell’omelia della messa a Casa Santa Marta. Il Signore lungo la storia della salvezza ci ha rivelato il suo amore, “è stato un grande pedagogo”, ha aggiunto Francesco secondo quanto riportato da Vatican News e, riprendendo le parole del profeta Osèa nel passo letto, spiega che non lo ha rivelato attraverso la potenza: “No. Ascoltiamo: ‘Io ho insegnato a camminare al mio popolo, tenendolo per mano. Avevo cura di loro’. Per mano, vicino: come un papà”: “Dio, come manifesta l’amore? Con le cose grandi? No: si impiccolisce, si impiccolisce, si impiccolisce, con questi gesti di tenerezza, di bontà. Si fa piccolo. Si avvicina. E con questa vicinanza, con questo impiccolimento, Lui ci fa capire la grandezza dell’amore. Il grande va capito per mezzo del piccolo”. Per ultimo Dio invia il suo Figlio, ma “lo invia in carne” e il Figlio “umiliò se stesso” fino alla morte”. Questo è il mistero dell’amore di Dio: la grandezza più grande espressa nella piccolezza più piccola e Francesco dice che così si può capire anche il percorso cristiano.