Articolo dei Delegati Caritas San Benedetto del Tronto

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La terza giornata del Convegno è iniziata col trasferimento all’Opera della provvidenza di S. Antonio della diocesi di Padova. Nata intorno agli anni sessanta dal cuore e dall’ intuizione dell’allora Vescovo Mons. Girolamo Botignon , accoglie persone con ritardo mentale o deterioramento cognitivo. Come ci ha spiegato Sr. Paola, oggi sono accolte 450 persone con questa problematica, una trentina di religiosi non autosufficienti e un centinaio di persone malate di Alzheimer’s o demenza in fase avanzati. Cardine di ogni intervento è la dignità della persona e la qualità della vita.
Seicento sono i dipendenti tra cui 40 religiose di tre istituti e tantissimi volontari. Un opera che per i primi 15 anni è vissuto di Provvidenza, mentre oggi é sostenuta dalle istituzioni e per un terzo vive ancora di donazioni . È il santuario della carità della diocesi di Padova.
Qui abbiamo vissuto un momento di preghiera guidato dal cardinal Francesco Montenegro che, a partire dal brano evangelico della moltiplicazione dei pani del Vangelo di Giovanni, ha offerto alcuni interessanti spunti di riflessione.
Come Gesù anche noi spesso abbiamo di fronte un’umanità affamata. E come Filippo tentiamo una riposta attraverso il denaro, ma ci accorgiamo, oggi come allora, che di soldi ce ne sono sempre troppo pochi. Il denaro serve ma non riesce a togliere le fami che sono in tutto il mondo. Gesù ci insegna che ci vuole qualcosa in più, a partire da una merenda che un ragazzo è disponibile a condividere. Mons. Montenegro ci ha invitato a considerare il segno compiuto da Gesù che, prima di moltiplicare, divide, spezza il pane. Anche noi dobbiamo imparare a dividere per donare, dobbiamo non solo riconoscere Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, ma anche fare come Lui che attraverso i segni che compiva scandalizzava i benpensanti. La Chiesa è chiamata a ‘scandalizzare’ ponendo anche oggi gli stessi gesti di carità del Cristo. Il presidente di caritas italiana ha concluso ricordando che il Vangelo se è “una camomilla” non serve, siamo le persone della Pasqua che portano il ‘finimondo’ cioè la fine del mondo vecchio e l’inizio del mondo nuovo.
La mattinata è proseguita, divisi per gruppi, con l’ascolto di esperienze di alcune caritas diocesane che hanno progetti per i giovani e si è conclusa con la celebrazione Eucaristica presso la Basilica di S. Antonio di Padova presieduta da Mons. Claudio Cipolla. All’omelia il vescovo ci ha ricordato che siamo tutti dentro i poli opposti della dispersione e dell’unità e qui siamo raggiunti dai giovani che ci guardano e cercano di capire, che chiedono di confrontarsi perché vogliono trovare il loro posto. A partire da Gesù che non caccia fuori nessuno, che nulla disperde, ha invitato tutti a proseguire l’impegno a convocare e raccogliere per donare lo stesso pane di Gesù.
Il pomeriggio ha visto i convegnisti impegnati nei vari laboratori. In diversi di questi è emersa l’esigenza di rafforzare una ‘pastorale d’insieme’ che faccia trasparire un cammino di Chiesa; la necessità di accompagnare i giovani nella formazione, nella scelta del volontariato, nella ricerca del lavoro; l’importanza di una comunità che fa davvero spazio ai giovani.
La serata si è conclusa con uno spettacolo teatrale.

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